Omicron, i sintomi sui positivi: il 98% sono lievi. «Ma si va verso i 400mila casi»

L’elaborazione di Ceds Digital realizzata per il Messaggero: colpiti anche gli under 10

Omicron, i sintomi sui positivi: nel 98% dei casi sono lievi. «Ma si va verso i 400mila casi»
Omicron, i sintomi sui positivi: nel 98% dei casi sono lievi. «Ma si va verso i 400mila casi»
di Valentina Arcovio
Sabato 8 Gennaio 2022, 21:39 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 18:00
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Continua la folle corsa del virus Sars-CoV-2. I contagi si moltiplicano. Ieri siamo arrivati a quota 197.552, mentre di decessi sono stati 184 contro i 223 del giorno prima. Aumenta anche la pressione sul sistema sanitario. L’ultimo bollettino del ministero della Salute ha registrato un totale di 1.557 i pazienti in terapia intensiva, 58 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 14.930, ovvero 339 in più rispetto al giorno precedente. Siamo in fase esponenziale ormai da diverse settimane. 

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Lo studio

Da un’elaborazione dei dati effettuata da Ceds Digital per Il Messaggero, dal 3 dicembre al 3 gennaio i casi di Covid-19 sono quasi triplicati. La fascia d’età con il maggior incremento dei casi è quella fra i 10 e i 50 anni d’età, mentre i casi negli over 80, la fascia della popolazione con il più alto tasso di vaccinazione, sono aumentati tre volte meno della media. Stando all’ultimo aggiornamento nazionale sull’epidemia in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), stiamo assistendo per l’undicesima settimana consecutiva a «un aumento rapido e generalizzato». In un mese si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età, che ha raggiunto «valori superiori a 500 casi per 100.000 abitanti» negli ultimi sette giorni. E i numeri sembrano destinati ad aumentare drammaticamente. Secondo il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook «Coronavirus - Dati e analisi scientifiche», la prossima settimana potremmo arrivare a registrare circa 400mila casi al giorno.

Con questi numeri «sarà impossibile tracciarli», dice il fisico. «Di conseguenza l’unica fotografia dell’epidemia potrà basarsi sui ricoveri», aggiunge. Per arrivare a registrare un tale numero di casi sarebbero infatti necessari circa due milioni di test e secondo il fisico è quindi probabile che «i numeri saranno sottostimati: non sapremo quanti casi ci saranno». Alla luce di questa situazione, al momento nessuno è in grado calcolare quando arriverà il picco. 

 

Le previsioni

«Se dovesse arrivare nella prossima settimana, sarà probabilmente perché i contagi e le persone in isolamento saranno talmente numerosi che la curva comincerà a scendere, come è successo in Sudafrica», dice Sestili. Il virus, pur colpendo più lievemente i vaccinati e i guariti, non risparmia nessuno. Non a caso, secondo l’aggiornamento dell’Iss, in aumento sono anche i casi di reinfezione. Nell’ultima settimana siamo passati dal 2% al 3,1% sul totale dei casi. «Dal 24 agosto 2021 al 5 gennaio 2022, sono stati segnalati 36.082 casi di reinfezioni, pari a 2% del totale dei casi notificati», si legge nel rapporto, aggiornato al 5 gennaio. Nel documento si legge inoltre che «la probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari, rispetto al resto della popolazione».

I ricoveri nelle unità di terapia intensiva per Covid-19 sono 25,6 volte più numerosi nei non vaccinati rispetto a coloro che hanno avuto tre dosi di vaccino. Il tasso di ricovero nelle terapie intensive è pari a 23,1 ogni 100.000 abitanti per i non vaccinati, a 1,5 ogni 100.000 per i vaccinati da oltre 120 giorni, a 1 ogni 100.000 per vaccinati da meno 120 giorni e 0,9 ogni 100.000 per i vaccinati con la dose booster. In effetti, nonostante questo aumento dei casi, l’analisi di Ceds Digital indica che, per effetto sia dei vaccini che di un maggior numero di tamponi, i casi asintomatici e lievi sono aumentati del 197% contro un aumento del 73% dei casi severi e critici. Secondo la stessa elaborazione, l’incremento dei casi severi e critici aumenta nelle fasce d’età meno protette dal vaccino. Infatti, negli over 80 i casi gravi sono cresciuti la metà rispetto agli under 50. In generale, l’analisi di Ceds Digital indica che al 3 gennaio il 98,4% dei positivi era sintomatico o al più manifestava sintomi lievi. Solo l’1,6% dei positivi era in condizioni severe o critiche e, di questi, l’80% aveva più di 50 anni d’età. 

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