Quarta dose, Locatelli: «L'estate non rallenti la vaccinazione, piangiamo oltre 100 morti al giorno»

Il presidente del Consiglio superiore di sanità: circolazione del virus molto alta, gli ospedali rischiano il collasso

Quarta dose, Locatelli: «L'estate non rallenti la vaccinazione piangiamo oltre 100 morti al giorno»
Quarta dose, Locatelli: «L'estate non rallenti la vaccinazione piangiamo oltre 100 morti al giorno»
di Graziella Melina
Martedì 12 Luglio 2022, 06:03 - Ultimo agg. 10:27
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«Lunedì 127 morti per Covid». Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e professore ordinario di pediatria all'Università Cattolica di Roma, osserva i dati di ieri del ministero della Salute sui contagi per Covid. E nonostante siano passati già due anni e mezzo dall'inizio della pandemia, il numero dei decessi non lo lascia per nulla indifferente: «Altri 127 morti - ripete - Fa male leggere questo dato». Ecco perché, spiega, «bisogna coprire con il vaccino proprio chi si è infettato e rischia di pagare il prezzo più alto in termini di danno per la propria salute, sviluppando forme gravi o addirittura fatali».

Si riparte quindi con la campagna vaccinale proprio in piena estate?
«Alla luce della assai aumentata circolazione virale e dell'incremento dell'occupazione dei posti letto nelle aree mediche e in minore misura anche nelle rianimazioni, l'Ema e l'Ecdc di fatto si sono orientate a raccomandare una seconda dose booster in tutti i soggetti oltre i 60 anni di età e dai 12 anni in su in presenza di condizione di elevata fragilità».

Si poteva aspettare l'autunno?
«I vaccini che abbiamo oggi a disposizione sono largamente efficaci rispetto alla protezione della malattia grave e sarebbe sbagliato posporre un'eventuale scelta, ossia sottoporsi alla seconda dose booster, aspettando che arrivino i cosiddetti vaccini bivalenti.

La circolazione virale è molto alta, abbiamo superato i mille casi ogni cento mila abitanti, ogni sette giorni. È una circolazione francamente importante, che nel giro di 15 giorni si è assolutamente più che raddoppiata: siamo passati da 500 casi a 1071 casi, considerando che siamo al 13,3 per cento dell'occupazione dei posti letto di area medica e al 13,5 di occupazione nelle terapie intensive, è fondamentale dare questo tipo di protezione. E bene ha fatto il ministro della Salute Speranza a dare tempestiva attuazione all'indicazione di Ema e Ecdc».

Quindi, se continuano ad aumentare i contagi chi ha bisogno di un posto letto per altre patologie rischia di dover aspettare?
«Assolutamente sì. In molti ospedali sostanzialmente si sono già riattivate le unità di crisi e i posti letto covid. Stavamo recuperando adesso un gap che si era accumulato nel corso del tempo; ecco perché è così importante proteggere i fragili primariamente per la loro salute, ma anche per non andare a impattare sulle attività ordinarie. Teniamo anche conto che siamo in un periodo estivo e quindi con gli organici fisiologicamente un po' ridotti, proprio perché sappiamo bene che in estate anche i sanitari vanno sostanzialmente in vacanza. Quindi, è fondamentale riuscire a dare massima copertura».

E allora il vaccino aggiornato quando si potrà fare?
«Cominciamo a tutelare adesso tutti coloro che hanno un'indicazione a farlo. Non è che uno rischia adesso pensando a eventuali dosi future. I vaccini oggi disponibili ci coprono largamente rispetto allo sviluppo di malattia grave».

Forse, sapere che arriveranno vaccini nuovi ha un po' scoraggiato finora gli ultra 80enni a fare la quarta dose. È stato un errore dirlo?
«Non è stato un errore. Bisogna sempre essere trasparenti, onesti ed esaustivi nell'informazione. Che i vaccini nuovi magari diano miglior risposta anticorpale, quindi proteggano di più dal rischio di infettarsi, potrà anche essere il caso, ma non rispetto allo sviluppo di covid grave. I vaccini attuali coprono benissimo rispetto al rischio di sviluppare malattie gravi».

Come si spiega allora la bassa adesione?
«Si è pensato che la pandemia fosse alle spalle. Ovviamente è un auspicio di tutti. Si è diffusa quella che potremmo definire una sorta di strisciante stanchezza vaccinale. Però, il compito nostro come medici è di sensibilizzare sulla situazione reale: nella giornata di venerdì si sono superati i 100morti. Oggi (ieri) altri 127. Sono settimane che sostanzialmente non se ne vedevano tanti».

Ma non è un controsenso promuovere la quarta dose e allo stesso tempo permettere che non si usino le mascherine?
«La scelta di togliere l'obbligatorietà delle mascherine andava nella direzione di un Paese che voleva riappropriarsi di suoi spazi di vita normale, soprattutto dal punto di vista sociale. Però, non avere più l'obbligatorietà non vuol dire che è proibito. Continuiamo a dire che sono raccomandate».

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