Tatuaggi, l'allarme degli specialisti: «L'inchiostro può coprire i melanomi sulla pelle»

Tatuaggi, l'allarme degli specialisti: «L'inchiostro può coprire i melanomi sulla pelle»
di Maria Rita Montebelli
Mercoledì 19 Maggio 2021, 07:34 - Ultimo agg. 20 Maggio, 19:37
4 Minuti di Lettura

Attenzione ai nei nascosti sotto i tatuaggi. È sempre più frequente, infatti, che si scopra in ritardo un danno serio della pelle, parliamo di melanoma, perché occultato dagli inchiostri. Mantenere almeno un centimetro di distanza tra il neo e il disegno, ammoniscono gli specialisti dell'Intergruppo Melanoma Italiano, che nei giorni scorsi si sono incontrati online proprio per discutere del problema. Oggi emergenza.
«I nei non vanno mai tatuati spiega Giuseppe Scarcella, responsabile nazionale del Dipartimento Laser & High Tech dell'Italian society of plastic-regenerative and oncology dermatology questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Visto che una diagnosi tardiva può rivelarsi fatale».

Melanoma, l'esperto: «Fondamentale la diagnosi precoce, l'80% si salva»


LE MUTAZIONI
I tatuaggi di per sé non sono responsabili della comparsa dei tumori della pelle, ma un disegno realizzato con inchiostro nero, che copre completamente il neo, può mascherare la comparsa di eventuali mutazioni, anche ad un occhio esperto. Altri problemi possono venire anche dagli inchiostri colorati. «I colori aggiunge Ignazio Stanganelli, presidente dell'Intergruppo e direttore della Skin Cancer Unit dell' Istituto Romagnolo per lo studio dei tumori non consentendo di studiare correttamente i nei possono creare artificialmente i cosiddetti melanomi sospetti. Si tratta di falsi positivi, che costringono comunque il dermatologo ad asportare la lesione, non riuscendo a giudicare, se si tratti di una forma benigna o maligna».
Gli esperti invitano alla massima prudenza soprattutto quei soggetti che presentano fin da giovani un gran numero di nei, perché nel corso della vita possono svilupparne molti altri, magari proprio nel bel mezzo di un tatuaggio, fatto magari in un'area dove fino a qualche anno prima non ce n'erano nei. Un no deciso ai tatuaggi va anche a chi ha una forte familiarità per melanoma o una storia di tumori cutanei.
Gli specialisti sono stati costretti a lanciare l'allarme.

L'esercito dei tatuati d'Italia cresce di giorno in giorno ed è arrivato a contare già 7 milioni di affezionati, pari al 12,8% della popolazione. I saloni autorizzati nel nostro Paese nel 2017 erano 4.103, numero oggi raddoppiato secondo l'Associazione Tatuatori. Il primo disegno stando ad un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità, si fa in media a 25 anni (ma l'età sembra essersi abbassata recentemente) e la maggior parte dei tatuati appartiene alla fascia d'età tra i 35 e i 44 anni (23,9%). Chi si accosta a questa forma di body art, lo fa nel 96,5% dei casi solo per ragioni estetiche; solo lo 0,5% per finalità mediche e il 3% come trucco permanente.


L'APPELLO
E il fatto che il 3,3% dei tatuati da noi abbia avuto qualche complicanza (dalle allergie ai colori soprattutto ai gialli e a i rossi - alle infezioni, alle reazioni granulomatose da corpo estraneo tardive solo per citarne alcuni) non sembra scoraggiare nessuno. Anzi, chi sviluppa questi problemi, in almeno metà dei casi se li tiene o, al massimo, ne parla al tatuatore; solo 1 su dieci va dal dermatologo o si rivolge al medico di famiglia.
Ma nel frattempo si sta facendo strada anche un altro fenomeno; a fronte di questa passione dilagante, ormai trasversale a tutte le classi sociali e che non fa distinzioni di genere (anzi le donne sono le più grandi fan del corpo disegnato), a crescere è anche l'esercito dei pentiti, che sono ormai ben uno su quattro. «I tatuaggi possono essere rimossi con il laser - rassicura Scarcella ma resta il problema dei nei nascosti. Il trattamento non può essere eseguito sui questi. Che, quindi, o vengono rimossi chirurgicamente prima, o siamo costretti a lasciare un contorno tatuato di circa 3 millimetri attorno al neo».
L'appello dei dermatologi mira a far riflettere su una serie di possibili conseguenze. Dal momento che non si tratta di un mero atto estetico. Solo il 58,2% dei tatuati, si legge nel lavoro dell'Istituto di sanità, dichiara di aver firmato il consenso informato. E l'Intergruppo Melanoma Italiano svela anche un'altra realtà: il 7,7% di chi si è sottoposto a d un tatuaggio è un minore di età compresa tra i 12 e i 18 anni. «Un dato preoccupante è ancora Scarcellaa parlare visto che i tatuaggi su un minorenne si possono eseguire solo dai 16 anni in poi ed occorre comunque una liberatoria scritta dei genitori. Purtroppo, la normativa è regionale per quanto riguarda le sanzioni, ma in ogni caso sotto i 16 anni il tatuaggio è vietato per legge. Ricordatelo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA