U-Mask, indagini sulle "mascherine dei vip". Striscia la Notizia: «Filtrano meno di quelle da 50 centesimi»

U-Mask, indagini sulle "mascherine dei vip". Striscia la Notizia: «Filtrano meno di quelle da 50 centesimi»
U-Mask, indagini sulle "mascherine dei vip". Striscia la Notizia: «Filtrano meno di quelle da 50 centesimi»
Lunedì 25 Gennaio 2021, 18:22 - Ultimo agg. 19:16
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Le popolarissime U-Mask, le mascherine di tessuto molto in voga fra politici e vip, sono finite al centro di un'inchiesta della Procura di Milano. I pm, infatti, hanno disposto il sequestro in dieci farmacie milanesi e nella sede della società di 15 mascherine U-Mask e di 5 filtri, per effettuare le analisi sulla loro effettiva capacità di filtraggio (e se questa sia conforme a quanto dichiarato dall'azienda). L'inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco, è stata affidata alla Polizia locale e alla polizia giudiziaria del dipartimento Salute, Ambiente e Lavoro. Nell'indagine, nata da un esposto di una ditta concorrente, è indagata per frode nell'esercizio del commercio l'amministratore della filiale italiana della società.

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L'indagine è stata aperta in seguito alla denuncia di una società concorrente, con allegati gli esiti di analisi di laboratorio secondo i quali la capacità di filtraggio della mascherina biotech (con il filtro che durerebbe 150-200 ore) sarebbe del 70-80%, a fronte del 98-99% dichiarato ufficialmente. L'amministratrice della filiale italiana della società londinese è indagata come atto dovuto. La procura ora ha affidato a un consulente l'incarico di analizzare le mascherine sequestrate per stabilire l'effettiva percentuale di filtraggio. Il reato contestato è il 515 del codice penale, in quanto l'ipotesi su cui sono in corso verifiche è che il prodotto abbia caratteristiche non conformi a quanto dichiarato.

Il servizio di Striscia la Notizia

Questa sera Striscia la Notizia, su Canale 5, manderà in onda un servizio a cura di Cristiano Militello sulle mascherine sotto indagine.

In un'intervista al Corriere della Sera, l'inviato di Striscia ha spiegato: «Distribuita in 121 Paesi del mondo, la U-Mask è stata adottata da diverse federazioni sportive, in Formula 1 ce l’hanno Ferrari, Mercedes e McLaren, serve tantissime aziende, in Parlamento è diffusissima, la indossano Chiara Ferragni e Fedez, si trova negli shop di grandi marchi automobilistici, dicono che ha una molecola che distrugge i batteri. Insomma i consumatori hanno la percezione di avere su naso e bocca una protezione superiore rispetto a quella garantita dalle chirurgiche, ma i test — fatti in più laboratori qualificati — rivelano che siamo sotto di svariati punti. Insomma le U-Mask filtrerebbero meno di quelle da 50 centesimi e costano pure 35 euro».

Le U-Mask «non raggiungerebbero la soglia minima di filtrazione del 95%, prevista per legge» secondo Striscia che le ha fatte testare in «diversi laboratori». Nella trasmissione in onda questa sera Roberto Marchetti, responsabile del laboratorio a cui U- Mask si è rivolta per testare le sue mascherine, spiega in un comunicato Striscia, dice che «abbiamo utilizzato un metodo alternativo e abbiamo ritenuto di validarlo».

«Il risultato dei test dipende dal metodo che viene utilizzato per farli - sottolinea Federico Pecoraro, vice direttore del dipartimento laboratori prova di Accredia, ente italiano di accreditamento - e, nel caso specifico di U-Mask, il metodo usato non avrebbe ottenuto il nostro accreditamento». «Andremo a rivedere i nostri documenti - assicura a Striscia la proprietaria di U-Mask, Betta Maggio - e verificheremo tutto ciò che ci avete segnalato, nell'interesse dei nostri clienti».

La risposta dell'azienda

«Il prodotto U-Mask rispetta pienamente le norme e le leggi in materia. Tutta la documentazione tecnica relativa ai nostri dispositivi è stata a suo tempo inviata, come prescritto dalla legge, alle Autorità competenti, ossia il Ministero della Salute, che preso atto della correttezza della documentazione allegata e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l'approvazione e la registrazione come dispositivi medici di classe uno». Lo si legge in una nota dell'azienda in merito al sequestro di 15 campioni, 5 filtri e relativa documentazione delle mascherine biotech U-Mask finite al centro di un'indagine dei pm di Milano.

L'indagine della Procura intende verificare l'effettiva capacità di filtraggio del dispositivo di protezione biotech. «Siamo certi che le indagini in corso chiariranno la trasparenza del nostro operato», conclude il comunicato stampa. Il legale dell'azienda, l'avvocato Fabrizio de Sanna, ha comunque fatto notare che sul sito ufficiale della società non si «equiparano» le mascherine a quelle Ffp2 o Ffp3, ma si parla di filtri che durano da 150 a 200 ore. Inoltre spiega l'avvocato, «i costi sostenuti per le analisi effettuate in vista delle certificazioni ottenute sono stati notevoli».

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