Vaccino, Burioni: «Pochi farmaci sono così sicuri, inspiegabile non farlo»

Il virologo è intervenuto domenica sera ospite di Fabio Fazio a Che Tempo che Fa su Rai3

Vaccino, Burioni: «Pochi farmaci sono così sicuri, inspiegabile non farlo»
Vaccino, Burioni: «Pochi farmaci sono così sicuri, inspiegabile non farlo»
Lunedì 1 Novembre 2021, 08:04 - Ultimo agg. 2 Novembre, 09:43
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«Ci sono 8 milioni di persone» in Italia «che hanno deciso di non vaccinarsi: è quasi l'Austria. Non è razionalmente spiegabile». Il professor Roberto Burioni, virologo e docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si esprime così a Che tempo che fa, su Raitre. «C'è una classe di persone che non si è potuta vaccinare, la fascia al di sotto del 12 anni non si è potuta vaccinare. Poi ci sono 8 milioni di persone che hanno deciso di non vaccinarsi: è quasi l'Austria. Queste persone si espongono a gravi rischi e fanno circolare il virus. Siamo salvi perché i giovani si sono vaccinati molto e stiamo prendendo misure più severe rispetto ad altri paesi», dice.

Sicurezza del vaccino

«Questo vaccino ha una sicurezza eguagliata da pochi altri farmaci, è stato somministrato in miliardi di dosi senza sostanzialmente problemi gravi.

Il fatto che la gente sia diffidente davanti ad un vaccino sicuro e efficace, che tiene le persone fuori dalle terapie intensive, non è razionalmente spiegabile. Temo che queste persone che non si sono vaccinate fino ad oggi non si vaccinino più. Le prime dosi sono calate drammaticamente. L'obbligo? È una decisione politica», aggiunge.

Il dato dei decessi

«Dall'1 marzo 2020 al 31 luglio 2021 sono morti 150mila italiani più di quelli che ci attendevamo. C'è chi porta in piazza il cartello con il numero 3.783» alludendo ad un numero estremamente ridotto di vittime del covid. «Di cosa sono morte le altre 146.217 persone? Sono morti oltre 150mila italiani, non va bene sminuire i sacrifici terribili che abbiamo fatto e l'importanza della vaccinazione, è una mancanza di rispetto nei confronti di tutti quei morti, dei loro cari, di chi ha subito le conseguenze economiche, sociali ed emotive di questo terribile periodo», aggiunge il professore.

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