Vaccino Pfizer, col ritardo slitta la dose per gli over 80. «Ma salveremo i richiami»

Vaccino, col ritardo di Pfizer slitta la dose per gli over 80. «Ma salveremo i richiami»
Vaccino, col ritardo di Pfizer slitta la dose per gli over 80. «Ma salveremo i richiami»
di Francesco Malfetano
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 23:56 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 10:44
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I ritardi nelle consegne accumulati da Pfizer-BioNTech ora rischiano di far slittare l’inizio delle vaccinazioni per gli 80enni. Vale a dire che l’ultima e più consistente categoria a rischio inserita nella fase 1 della campagna vaccinale, potrebbe dover attendere una o due settimane più del previsto prima dell’immunizzazione.

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Si tratta di circa 4 milioni e mezzo di persone che, in base alle diverse programmazioni operate dalle Regioni sulle disponibilità prospettate dall’azienda farmaceutica, avrebbero dovuto iniziare a ricevere la prima dose tra la fine di gennaio e la prima metà del mese di febbraio.

Le cose però, potrebbero andare diversamente e spostare l’orizzonte temporale un po’ più in là per non sprecare il lavoro fatto fino ad oggi. Le dosi a disposizione infatti sono meno del previsto e quindi - a meno che Pfizer non rimedi, ma dalla struttura del commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri dicono «non ci sono evidenze possa farlo la prossima settimana, anzi» - quelle ricevute saranno destinate a coloro che devono ricevere la seconda dose 21 giorni dopo la prima somministrazione. 

DOSI MANCANTI 
Ma andiamo con ordine. Per la settimana in corso dagli stabilimenti di Puurs, in Belgio, dopo una decisione unilaterale di Pfizer dettata da degli interventi di manutenzione degli impianti, sono partite verso l’Italia il 29% di fiale in meno rispetto alla tabella di marcia concordata. Ovvero circa 165mila dosi mancanti su poco più di 562mila. Una riduzione drastica che rischia di impantanare il piano vaccinale italiano. Soprattutto perché la scelta di Pfizer è stata arbitraria anche in termini di distribuzione. «Il vero problema - ha spiegato Luigi Icardi, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni - è che il taglio non è stato applicato in modo lineare per tutte le Regioni. Alcune non hanno avuto tagli, altre li hanno avuti invece per il 60%. Quindi ci deve essere una perequazione tra le Regioni». Un accordo di solidarietà per cui i governatori già martedì sera, nel corso di una riunione con Arcuri e i ministri Boccia e Speranza, hanno gettato le basi. Così come si è anche deciso che nei prossimi giorni si agirà legalmente contro Pfizer tramite l’Avvocatura dello Stato per inadempienza contrattuale. 

Si tratta però solo di passaggi iniziali. Al di là dei problemi di uguaglianza territoriale e della legittima indignazione per il trattamento subito (i 6 governatori leghisti ieri hanno invitato pubblicamente il premier Conte a prendersi la sua responsabilità), per proseguire con la tabella di marcia definita e quindi iniziare con gli over 80 già dalla prossima settimana servirebbe che l’azienda farmaceutica recuperasse fin da subito lo svantaggio accumulato. Così però non sarà. «Anche la prossima settimana ci sarà un nuovo taglio delle dosi del vaccino Pfizer - ha aggiunto Icardi - Dal 25 gennaio non si tornerà in regola». Arcuri ha parlato di «una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne», circa 5mila dosi sulle 470mila previste che comunque non mettono al sicuro lo svolgimento delle nuove prime vaccinazioni. Per queste serve infatti che si recuperi il gap della scorsa settimana, ma non lo si farà prima di febbraio. 

La sola certezza è che, togliendo le vaccinazioni spot fatte tra Natale e Capodanno, la campagna di richiamo è appena iniziata e va protetta. Se le seconde dosi non vengono somministrate dopo 21 giorni nel caso di Pfizer (28 per le pochissime fiale Moderna inoculate), l’efficacia al 95% del vaccino non può più essere garantita. Per questo le (poche) dosi arrivate in questi giorni e quelle che arriveranno la prossima settimana dovranno in buona parte essere destinate alle “vecchie” somministrazioni, bloccando di fatto le nuove. 

E qui entrano in gioco gli over 80. Nonostante l’ottimismo del governo, con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che si è detto « fiducioso che le tabelle di vaccinazioni possano essere rispettate», per gli anziani l’inizio delle vaccinazioni rischia concretamente di slittare. «I ritardi Pfizer impongono priorità nella somministrazione delle seconde dosi per completare la copertura vaccinale» dichiara l’assessore alla sanità laziale Alessio D’Amato. Più netto Giacomo Lucchini, coordinatore della campagna in Lombardia: «I ritardi nelle consegne sposteranno la fine della prima fase dal 28 febbraio all’11 marzo». Slitterà quindi l’inizio della campagna per le vaccinazione antiCovid sia per gli ottantenni che per i malati cronici (questi ultimi sono i primi in lista per la seconda fase), per i quali c’è il rischio di dover attendere che Moderna aumenti la distribuzione o che diventino disponibili le dosi Astrazeneca. 

C’è poi anche un ulteriore indizio in tal senso. Anche i 1.500 operatori tra medici e infermieri che stando alle indicazioni di Arcuri sarebbero dovuti «scendere in campo» già da ieri, non entreranno in servizio prima della prossima settimana. Nella migliore delle ipotesi da lunedì 25, ma non è detto sarà così. 
 

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