Nelle Regioni premono perché si acquistino anche i vaccini di Sputnik 5. E il limite dei 55 anni per AstraZeneca sta diventando una zavorra. C'è qualcosa che non torna. Anche ieri Aifa, agenzia italiana dal farmaco, ha ribadito la sua linea sul vaccino AstraZeneca, rilanciata dal Ministero della Salute: è consigliabile l'utilizzo solo tra i 18 e i 55 anni e su soggetti sani. Più o meno è la stessa indicazione iniziale dell'Ema, l'Agenzia europea, quando ha autorizzato il vaccino sviluppato da Oxford. Eppure, Germania, Francia e Polonia hanno ammorbidito quella indicazione, alzando il limite a 65 anni. L'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che è assessore alla Sanità in Puglia, osserva: «Si tratta di una decisione di sanità pubblica, anche l'Italia dovrebbe avere il coraggio di fare la stessa cosa». L'indicazione attuale dei 55 anni rallenta per il piano B delle vaccinazioni. Lopalco: «Quando la prossima settimana riceveremo le dosi di AstraZeneca, se non ci saranno indicazioni differenti da parte del Ministero della Salute, le useremo subito per gli insegnanti. Ma il limite dei 55 anni ne taglia fuori una parte consistente. Invece, comprendendo coloro che sono in età lavorativa, come hanno fatto altri Paesi, tutto sarebbe molto più semplice. La sperimentazione su AstraZeneca non ha, in effetti, ancora sufficienti dati sugli over 55 a proposito del contrasto della malattia, ma è anche vero che ve ne sono consistenti sullo sviluppo della risposta anticorpale anche tra gli anziani».
Anticorpi monoclonali contro il Covid? Cosa sono (e perché la terapia potrebbe essere efficace)
Vaccino over 80, il calendario regione per regione: ecco come e quando vaccinarsi
Le tappe
Il Ministero della Salute anche ieri era al lavoro per stilare la lista delle categorie su cui avviare la somministrazione di AstraZeneca.
Altro esempio di doppia velocità. Il governatore Luca Zaia ha detto che il Veneto cercherà in modo autonomo, sul mercato, vaccini da acquistare, attingendo comunque dai tre già autorizzati da Ema (Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca). Se davvero questo avvenisse, sarebbe l'inizio di una corsa, Regione contro Regione, senza un coordinamento centrale. Inoltre, dal Veneto al Lazio, è stato chiesto che non ci siano pregiudizi nei confronti di Sputnik 5, il vaccino russo. I dati pubblicati su The Lancet, rivista autorevole, testimoniano una efficacia del 91,6 per cento. Alcuni studiosi hanno sollevato dubbi su alcuni passaggi, ma tutti sono stati concordi nel dire che comunque l'affidabilità di questo vaccino è rassicurante. Così ieri il Lazio è tornato a chiedere di accelerare il lavoro delle autorità regolatorie. Ieri Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, hanno incontrato le rappresentanze dei medici di medicina generale. «Avranno un ruolo fondamentale nella vaccinazione di base». Soprattutto per AstraZeneca.