Vaccino, «Sputnik funziona». Regioni fai da te, Zaia: ce li compriamo noi

Vaccino, «Sputnik funziona». Regioni fai da te, Zaia: ce li compriamo noi
Vaccino, «Sputnik funziona». Regioni fai da te, Zaia: ce li compriamo noi
di Mauro Evangelisti
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 10:56 - Ultimo agg. 11:02
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Nelle Regioni premono perché si acquistino anche i vaccini di Sputnik 5. E il limite dei 55 anni per AstraZeneca sta diventando una zavorra. C'è qualcosa che non torna. Anche ieri Aifa, agenzia italiana dal farmaco, ha ribadito la sua linea sul vaccino AstraZeneca, rilanciata dal Ministero della Salute: è consigliabile l'utilizzo solo tra i 18 e i 55 anni e su soggetti sani. Più o meno è la stessa indicazione iniziale dell'Ema, l'Agenzia europea, quando ha autorizzato il vaccino sviluppato da Oxford. Eppure, Germania, Francia e Polonia hanno ammorbidito quella indicazione, alzando il limite a 65 anni. L'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che è assessore alla Sanità in Puglia, osserva: «Si tratta di una decisione di sanità pubblica, anche l'Italia dovrebbe avere il coraggio di fare la stessa cosa». L'indicazione attuale dei 55 anni rallenta per il piano B delle vaccinazioni. Lopalco: «Quando la prossima settimana riceveremo le dosi di AstraZeneca, se non ci saranno indicazioni differenti da parte del Ministero della Salute, le useremo subito per gli insegnanti. Ma il limite dei 55 anni ne taglia fuori una parte consistente. Invece, comprendendo coloro che sono in età lavorativa, come hanno fatto altri Paesi, tutto sarebbe molto più semplice. La sperimentazione su AstraZeneca non ha, in effetti, ancora sufficienti dati sugli over 55 a proposito del contrasto della malattia, ma è anche vero che ve ne sono consistenti sullo sviluppo della risposta anticorpale anche tra gli anziani».

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Le tappe

Il Ministero della Salute anche ieri era al lavoro per stilare la lista delle categorie su cui avviare la somministrazione di AstraZeneca.

Sarà illustrata alle Regioni, nell'incontro previsto oggi a cui parteciperanno il commissario Domenico Arcuri, i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia. In linea di massima, si punta a scuole (studenti esclusi perché non ci sono dati neppure sugli under 18), servizi pubblici, forze dell'ordine e comunità chiuse come le carceri. Il tempo sta passando e se il calendario illustrato nei giorni scorsi da Arcuri prevede l'invio da parte di AstraZeneca di 428mila dosi il 10 febbraio, cioè tra una settimana, si rischia una partenza in ordine sparso. Le Regioni non hanno potuto organizzare nulla, perché ancora non sanno, ufficialmente, a chi vada dato quel vaccino. D'altra parte, che la situazione sia non omogenea in tutto il Paese lo dimostra anche la gestione della vaccinazione degli over 80. Detto che comunque ormai si è superata quota 2 milioni di persone che hanno ricevuto la prima dose (e a meno di un anno dalla scoperta del paziente 1 a Codogno è un risultato che ha quasi del miracoloso), ogni Regione sta seguendo tempi e strategie differenti per gli anziani. Il Lazio sta raccogliendo già le prenotazioni online e parte l'8 febbraio, la Lombardia quasi tre settimane dopo, l'Emilia-Romagna si affida alle comunicazioni per posta, il Piemonte comincerà solo a marzo. Chi sperava di vedere, per una volta, il Paese marciare unito, con la stessa celerità, la stessa strategia, lo stesso sforzo, resta deluso.

Altro esempio di doppia velocità. Il governatore Luca Zaia ha detto che il Veneto cercherà in modo autonomo, sul mercato, vaccini da acquistare, attingendo comunque dai tre già autorizzati da Ema (Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca). Se davvero questo avvenisse, sarebbe l'inizio di una corsa, Regione contro Regione, senza un coordinamento centrale. Inoltre, dal Veneto al Lazio, è stato chiesto che non ci siano pregiudizi nei confronti di Sputnik 5, il vaccino russo. I dati pubblicati su The Lancet, rivista autorevole, testimoniano una efficacia del 91,6 per cento. Alcuni studiosi hanno sollevato dubbi su alcuni passaggi, ma tutti sono stati concordi nel dire che comunque l'affidabilità di questo vaccino è rassicurante. Così ieri il Lazio è tornato a chiedere di accelerare il lavoro delle autorità regolatorie. Ieri Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, hanno incontrato le rappresentanze dei medici di medicina generale. «Avranno un ruolo fondamentale nella vaccinazione di base». Soprattutto per AstraZeneca.

 

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