La variante Delta e i giovani: salgono contagi e ricoveri Covid. Pregliasco: «Famiglie, fate attenzione»

La variante Delta e i giovani: salgono contagi e ricoveri Covid. Pregliasco: «Famiglie, fate attenzione»
La variante Delta e i giovani: salgono contagi e ricoveri Covid. Pregliasco: «Famiglie, fate attenzione»
di Mario Ajello
Martedì 2 Novembre 2021, 15:31 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 02:58
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La situazione Covid riprende ad allarmare. Non una nuova emergenza ma dati clinici in salita e il ministero della Sanità sta monitorando con estrema attenzione. Il rischio di una escalation dei contagi e dei ricoveri non è da escludere. E il timore riguarda in buona parte i giovani. «Il problema è la resistenza a farli vaccinare ma il virus ora attacca anche loro e le famiglie devono fare molta attenzione». Questo lo dice il virologo Fabrizio Pregliasco ma tutta la comunità medico-scientifica invita a stare attenti.

Giovani e contagi, cosa succede

 

«La variante Delta coinvolge di più i giovani rispetto a prima, quindi sono come delle truppe che un tempo erano riserviste, ma che sono state coinvolte adesso da parte del virus», incalza Pregliasco.

Che utilizza una metafora militaresca a riprova che non dobbiamo sentirci in una condizione di pace per quanto riguarda il Covid. Infatti i contagi aumentano. Specialmente, nell’ultimo periodo, tra i gli under 19. Complice di questa aggressione, oltre all’effetto scuola, anche un numero di vaccinati ancora basso. Ci sono difficoltà nei genitori a far vaccinare i figli, dicono al Policlinico di Roma e osservano un po’ ovunque negli ospedali da Nord a Sud. La variante Delta è sottovalutata. Certo, per i giovani non porta al rischio di mortalità come per i nonni o per gli anziani. Ma vaccinare-vaccinare-vaccinare è il vero rimedio ribadito da tutti. 

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Il problema della ripresa del contagio è comunque intergenerazionale. E torna ad alzarsi la guardia negli ospedali dal momento che il numero dei ricoveri sono in crescita. In Friuli Venezia Giulia, crescono, da due settimane a questa parte, i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri, passati dal 3% al 6% tra il 18 ottobre e il primo novembre. Ma cresce soprattutto la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive: nello stesso arco di tempo sono passati dal 4% al 10%, arrivando quindi a toccare il valore limite, il cui superamento rappresenta uno dei parametri per il passaggio della in zona gialla. È quanto emerge dal monitoraggio dell’Agenzia Nazionale dei Sistemi sanitari regionali (Agenas) aggiornati a ieri. Il Friuli Venezia Giulia, regione in cui le proteste no vax hanno portato alla decisione di vietare ai manifestanti piazza Unità di Italia a Trieste, è ora la Regione italiana con la percentuale più elevata di terapie intensive occupate da pazienti Covid.

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Questa la situazione nelle altre: Abruzzo (5%), Basilicata (0%), Calabria (3%), Campania (3%), Emilia- Romagna (3%), Lazio (6%), Liguria (5%), Lombardia (3%), Marche (8%), Molise (5%), Pa Bolzano (4%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (4%), Sardegna (3%), Sicilia (4%), Toscana (5%), Umbria (7%), Valle d’Aosta (0%), Veneto (3%). Per quanto riguarda i ricoveri Covid in reparti di area non critica, dal 18 ottobre al primo novembre spicca la crescita nella Provincia autonoma di Bolzano, passata da 5% al 10%, e della Calabria, dal 9% all’11%. Questa la situazione, aggiornata a ieri, nelle altre regioni: Abruzzo (4%), Basilicata (7%), Calabria (11%), Campania (7%), Emilia- Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (6%), Lazio (6%), Liguria (4%), Lombardia (5%), Marche (6%), Molise (3%), Pa Bolzano (10%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (5%), Sardegna (3%), Sicilia (8%), Toscana (5%), Umbria (6%), Valle d’Aosta (6%), Veneto (3%).

 


Un quadro così non spinge a parlare di nuova ondata ma a serrare i ranghi perché la coda del Covid non sia più lunga di quanto sarebbe stato lecito sperare. Gli ospedali sono assolutamente allertati ed è in corso un monitoraggio da pare delle autorità sanitarie locali e nazionali su ogni situazione. I medici segnalano a Bologna la riapertura del reparto Covid all’ospedale Maggiore e al Sant’Orsola. In Liguria il quadro è stabile ma aumentano i positivi. In Sardegna i numeri al momento sono in calo e il reparto Covid a Cagliari ha chiuso. Il Lazio proprio ieri ha riattivato la rete regionale di sorveglianza per la segnalazione dei casi e in Piemonte c’è una prevalenza di asintomatici con lo 0,5% di tasso di ricoveri. In Umbria leggero aumento dei casi ma non dei ricoveri. Molti i casi segnalati fra i giovani. «In Campania i ricoveri sono ancori contenuti mentre in Calabria c’è una lieve crescita in area medica. In Lombardia infine tengonò gli hub di ricovero mentre dal Veneto arrivano segnalazioni di aumenti di pazienti in ospedale e Padova e a Verona. Quanto a Triste e al Friuli, il governatore Fedriga è particolarmente in allarme e infatti, anche discostandosi dalla linea di parte della Lega, si scaglia con forza contro i No Vax e li considera «pagliaccci». 

 

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