La variante inglese del Covid, con la prevalenza a livello nazionale del 54%, è dominante rispetto alla mutazione brasiliana e a qualla sudafricana. E la situazione allarma l'Iss che chiede al governo di rallentare la corsa del virus con misure più severe. Frenare la corsa delle varianti è possibile, dunque, solo con misure più severe in quanto «potrebbero avere un impatto rilevante». Così, infatti, indica l'Istituto Superiore di Sanità nel presentare i risultati dell'indagine sulle varianti condotta il 18 febbraio.
«Considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese, si raccomanda - si legge nel documento dell'Iss - di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione delle varianti, rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto».
I dati
La variante inglese (VOC 20212/01) del virus SarsCoV2 domina nettamente rispetto alle varianti brasiliana (P1) e sudafricana (501.V2), con una stima di prevalenza a livello nazionale del 54% (con una forchetta, ossia un intervallo di confidenza, che va dallo 0% al 93,3%).
L'indagine è stata condotta in 101 laboratori delle 21 Regioni e province autonome; da un totale di 3.132 campioni risultati positivi al test molecolare, ne sono stati selezionati 1.296 dei quali è stata ottenuta la sequenza genetica o dell'intero gene che controlla la proteina Spike con il virus di aggancia alle cellule, o di parte dello stesso gene o ancora è stato fatto il sequenziamento in parallelo con la tecnica Ngs (Next Generation Sequencing). Dei 1.296 campioni sequenziati, 658 sono risultati riconducibili alla variante inglese, 63 a quella brasiliana e 6 a quella sudafricana.