«L'esperienza - racconta la donna, che ha partorito nel novembre 2017 - non è stata priva di delusioni. Ma nonostante le avversità il dottor Testa è stato un pilastro di forza e affidabilità, e la sua sicurezza è stata contagiosa».
Il medico padovano è a capo del team che ha messo in piedi negli Usa il primo test clinico sul trapianto, che può avvenire da donatore vivente o da cadavere, su dieci donne affette dalla sindrome MRKH, una rara malattia genetica per cui si nasce senza utero. Il bimbo dato alla luce nel 2017 è il secondo di cui si ha notizia, dopo il parto avvenuto in Svezia nel 2014 descritto su Lancet, sempre da una donna con la stessa sindrome. «Facciamo trapianti tutti i giorni - aveva affermato Testa dopo la nascita del "suo" bimbo - ma questo è diverso. Non posso descrivere cosa ci ha insegnato dal punto di vista emozionale».