Terza dose vaccino a 28 giorni dall'ultima iniezione: si parte dai trapiantati. Le dieci categorie nella circolare del ministero

Terza dose vaccino a 28 giorni dall'ultima iniezione: si parte dai trapiantati. Le dieci categorie nella circolare del ministero
Terza dose vaccino a 28 giorni dall'ultima iniezione: si parte dai trapiantati. Le dieci categorie nella circolare del ministero
Martedì 14 Settembre 2021, 18:57 - Ultimo agg. 20:35
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Saranno dieci le categorie di pazienti che riceveranno prioritariamente la terza dose di vaccino anti-Covid, a partire da trapiantati e malati oncologici con determinate specificità. Ad indicarlo è l'attesa circolare del ministero della Salute che descrive nel dettaglio categorie e tempistiche, precisando come per tali fasce prioritarie si debba in realtà parlare di ' dose addizionalè: per questi soggetti si tratta infatti di una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario di 2 dosi, per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Si somministrerà almeno dopo 28 giorni dalla seconda, e il prima possibile se tale lasso di tempo è già trascorso. 

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Dose addizionale e dose booster

La circolare distingue dunque la terza dose "addizionale" dalla dose "booster": in quest'ultimo caso la platea di riferimento non sono i soggetti particolarmente fragili per i quali si è evidenziata una minore risposta al vaccino (e che per questo necessitano di una dose appunto addizionale come parte integrante del processo vaccinale), bensì le fasce che hanno avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a distanza di tempo, o forse per via delle varianti, hanno comunque bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria che, secondo vari studi, si determina per i vaccini anti-Covid dopo 6-9 mesi.

L'obiettivo della dose booster è quindi mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da «un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale». La dose booster va somministrata dopo almeno sei mesi dall'ultima dose. Al momento, in base alle indicazioni del CTS, precisa la circolare, «si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi».

Ferma restando la priorità del raggiungimento di un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, «sarà poi definita la strategia di somministrazione di una dose booster di vaccino a m-RNA (Pfizer e Moderna) in favore di ulteriori gruppi target», tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell'evoluzione dello scenario epidemiologico. Si inizia pertanto con i più fragili e poi verranno le dosi booster per le altre categorie, come over-80, residenti nelle Rsa e sanitari.

Le 10 categorie che riceveranno la dose addzionale

Le 10 le categorie di pazienti che riceveranno la terza dose "addizionale" comprendono le seguenti situazioni: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; attesa di trapianto d'organo; terapie a base di cellule T; patologia oncologica; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; AIDS. Si potrà utilizzare come dose addizionale, precisa il ministero, uno qualsiasi dei 2 vaccini mRNA autorizzati in Italia: Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Moderna in d'età ≥ 18. Intanto, varie regioni - dalla Lombardia al Veneto alla Toscana - si dicono pronte a partire con la terza dose dal 20 settembre, come indicato dal commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. E proprio oggi la Lombardia ha raggiunto l'obiettivo fissato dallo stesso Figliuolo dell'80% della propria popolazione con più di 12 anni con vaccinazione completa. Pronti ma in attesa di ulteriori indicazioni, invece, i medici di famiglia. «Al momento non siamo stati contattati e non abbiamo ricevuto alcuna indicazione operativa, ma da parte nostra c'è la massima disponibilità», afferma il segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti.

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