Tumore colon retto, trovata una cura senza chemio (con l'immunoterapia): la scoperta dei ricercatori italiani

La chiave consiste nel modificare l'ecosistema del carcinoma per renderlo vulnerabile all'immunoterapia

Tumore al colon retto, trovata la cura: la scoperta dei ricercatori di Università di Torino e IFOM Milano
Tumore al colon retto, trovata la cura: la scoperta dei ricercatori di Università di Torino e IFOM Milano
Martedì 14 Febbraio 2023, 15:04 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 11:30
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Tumore colon retto. Possibile svolta nel campo della lotta ai tumori, annunciata in seguito di uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Torino e dell'Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare di Milano (Ifom) e finanziato dalla Fondazione Airc di ricerca contro il cancro.

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Il team di studiosi ha affermato - tramite una nota diffusa dal portale UnitoNews - di aver individuato una terapia per curare i pazienti affetti da tumore al colon retto, ad oggi seconda causa di morte a livello mondiale tra i carcinomi.

Tumore al colon, la cura

«La terapia potrebbe convertire tali tumori, oggi difficili da curare, in malattie trattabili con immunoterapia, aumentando potenzialmente la percentuale di pazienti che potrebbero beneficiare di questa opzione, per ora applicabile solo nel 5% dei casi con questo tipo di tumori», si apprende dal comunicato del sito di notizie dell'Università di Torino. 

Il risultato è stato raggiunto attraverso una serie di esperimenti condotti su topi da laboratorio in cellule di coltura ed è stato pubblicato per la prima volta sull'autorevole rivista medico-scientifica Cancer Cell, con tanto di copertina dedicata.

Alla base dello studio c'è quindi l'idea di abbandonare la chemioterapia - che punta a distruggere le cellule tumorali tramite la somministrazione di sostanze chimiche - in favore di una terapia immunoterapica di più ampio utilizzo, che invece prevede appunto la stimolazione del sistema immunotario dell'organismo umano. 

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Lo studio 

Lo studio è partito da un presupposto statistico: nel 95% dei pazienti metastatici i tumori del colon risultano essere “freddi”, ovvero refrattari all’immunoterapia. Solo nel restante 5% questi possono essere definiti invece “caldi”, in grado cioé di trarre beneficio dai questo tipo di tratttamenti.

Come spiegato dal Direttore del programma di ricerca IFOM e docente universitario Alberto Bardelli, nei pochi casi di pazienti metastatici "caldi" «il tumore ha perso il meccanismo di riparazione del DNA (o "mismatch repair" MMR n.d.r) e, di conseguenza, è caratterizzato da un’elevata produzione di proteine alterate che in gergo si chiamano neoantigeni.

Tali proteine attraggono le cellule del sistema immunitario rendendo il tumore efficacemente trattabile con l’immunoterapia».

Due anni fa Bardelli e il collega Vito Amodio si sono chiesti dunque se fosse possibile aumentare la percentuale di pazienti curabili con immunoterapia, identificando quei tumori freddi che al loro interno nascondevano una componente calda. 

A seguito di esperimenti e analisi bioinformatiche, i ricercatori hanno individuato nel farmaco 6-Tioguanina - già utilizzato nel trattamento di alcune leucemie - la chiave per aumentare la frazione di cellule tumorali "calde" (cioé sprovviste di MMR funzionante), in grado quindi di attrarre antigeni e rendere la neoplasia vulnerabile all'azione del sistema immunitario dell'organismo umano. 

 

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