Bruxismo, digrignare i denti di notte a causa di ansia e stress: a volte basta il bite. Casi su del 30%

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di Valentina Venturi
Giovedì 11 Novembre 2021, 06:00 - Ultimo agg. 16:16
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Un’erosione lenta ma inesorabile. È la perdita di smalto dei denti, causata da un malessere che affligge sempre più persone: il bruxismo.

È sì il fastidioso e a volte doloroso digrignamento notturno dei denti, ma con il termine bruxismo si include anche una serie di altre attività a carico dei muscoli masticatori come serrare i denti o irrigidire la mandibola anche in assenza di contatto dentale. Azioni che causano disturbi e fastidi: mal di testa al risveglio o a fine giornata, dolore o difficoltà ad aprire la bocca o a masticare, tensioni al viso e talvolta al collo, usure e fratture dentali, difficoltà a dormire. Questi sintomi costituiscono un’entità piuttosto complessa e che può sfociare in disordini temporo-mandibolari. Le cause sono diverse e tra queste ci sono sia lo stress e l’ansia sia fattori che stimolano il sistema nervoso centrale come il consumo eccessivo di caffeina, alcol o nicotina o l’assunzione di alcuni farmaci psichiatrici o neurologici. La combinazione stress ed eccessivo stato d’ansia si è amplificata durante la pandemia e come conseguenza della stessa, tanto che la Società italiana di parodontologia e implantologia stima che in Italia i casi sono in aumento di circa il 30%.

LA CAMPAGNA

Negli ultimi mesi dello scorso anno la ricerca online della parola “bruxismo” ha avuto un’impennata del 62% in Calabria, del 48% nelle Marche, del 34% in Sicilia e in Sardegna. Per questa ragione novembre è il mese dedicato al bruxismo (ilbruxismo.it): per fare cultura sul fenomeno e promuoverne la conoscenza è stata indetta da alcuni fra i più importanti esperti al mondo sul tema, con l’Associazione stampa medica italiana, la campagna “Quando lo stress ti rode i denti”. Il mezzo più diretto per ridurre l’erosione dello smalto è il bite, apparecchio che evita i danni da digrignamento notturno e che per alcuni è diventato un oggetto d’uso quotidiano. Ne esistono di diversi materiali, prezzi e misure, acquistabili anche in farmacia. Ma sarà un bene? «Il bite è una mascherina di gomma che evita il contatto e il raschiamento tra le arcate – precisa Giorgio Tarantino, farmacista di Milano – ma è il dentista che segnala l’anomalia e indica il bisogno di acquistarne uno. A quel punto il paziente viene da noi in farmacia avendo chiaro il problema».

L’acquisto in farmacia sembra semplice ed economico, eppure il passaggio da paziente a cliente non è scontato né lineare. Lo precisa la dottoressa Olga Granozio, specialista in Ortognatodonzia e ortodonzia dell’adulto e del bambino: «Se realizzato da uno studio dentistico, il bite nasce dall’impronta presa esclusivamente per quel paziente». Secondo la dottoressa c’è però un uso sensato del bite economico comprato in farmacia ed è quello di cui parla la campagna “Quando lo stress ti rode i denti”: quando si digrigna. «Per chi bruxa di notte e rovina progressivamente i denti – sottolinea la dottoressa –, mettere questo bite tra l’arcata superiore e quella inferiore fa sì che il movimento incessante lesioni solo la plastica». È appurato come il digrignamento notturno, se trascurato, possa causare una serie di altre attività a carico dei muscoli masticatori, come serrare i denti o irrigidire la mandibola, azioni che causano disturbi e fastidi come il mal di testa al risveglio o a fine giornata, dolore o difficoltà ad aprire la bocca e a masticare, fino a difficoltà a dormire, usure e fratture dentali.

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