Nel Lazio un milione e mezzo di prestazioni sanitarie in meno a causa del Covid

Nel Lazio un milione e mezzo di prestazioni sanitarie in meno a causa del Covid
di Giovanni Del Giaccio
Venerdì 23 Luglio 2021, 14:09
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Un milione e mezzo di mancate prestazioni sanitarie tra il 2019 e il 2020 nel Lazio. A segnalarlo, nel suo secondo report Cittadinanzattiva Lazio. Si tratta di prime visite, visite specialistiche, interventi chirurgici, ricoveri e prestazioni strumentali, tutti ridotti a causa della pandemia da Covid 19.

«Servizi sanitari non erogati perché l’emergenza   ha sottratto risorse indispensabili al normale funzionamento dei servizi sanitari. L’unica prestazione che vede aumentare il proprio volume è rappresentata dagli interventi chirurgici per il tumore al retto con una differenza positiva di +63 interventi tra il 2019 e il 2020.

Tutto il resto, Prime visite (-678.500), Prestazioni strumentali (-292.618), Esami specialistici (-428.719), Interventi chirurgici (-9.834) e Prestazioni in Ricovero ordinario (-24.010) segnano complessivamente un segno negativo» - dicono dalla Onlus.

Un'attività che viene realizzata da Cittadinanzattiva Lazio attraverso la collaborazione con l’Assessorato regionale alla Salute, al fine di individuare criticità, segnalare situazioni di sofferenza e produrre i necessari miglioramenti alle azioni di accessibilità ai servizi sanitari regionali. La novità di questa seconda edizione sta nell’unire ai dati la proposta di 4 azioni, ai fini di preparare i servizi sanitari del futuro e rendere i percorsi socio sanitari sempre più fluidi e accessibili attraverso attività di monitoraggio, tutela e relazioni istituzionali.

«Se la Regione Lazio è quella che ha meglio organizzato sistemi di tracciamento, tamponi e vaccinazione contro il Covid 19, nel complesso, il servizio sanitario territoriale appare appesantito, fragile e esausto nelle diverse componenti - ha commentato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio - così come restano le criticità relative alla integrazione effettiva tra ospedale e territorio, tra sociale e sanitario, tra enti locali, Asl e Aziende Ospedaliere».

PRONTO SOCCORSO, ACCESSI INUTILI

Il Report offre inoltre una rielaborazione dei dati presentati dall'organizzazione nel 2019 insieme a Simeu Lazio (la Società di medicina di ermergenza urgenza), e che ha riguardato il monitoraggio di 24 Pronto Soccorso della Regione: su 1.095.763 di interventi nelle 24 strutture monitorate su dati 2018, i Codici bianchi erano il 2,54%; i Codici Verdi, il 66,38%, i Codici Gialli, il 27,09% e i Codici Rossi appena il 4% del totale degli interventi. Sommando quindi il totale dei Codici Bianchi con quello dei Codici Verdi si tocca il 68,92% del totale. Persone che non avrebbero bisogno del pronto soccorso, ma non trovano risposte sul territorio

«Permane il rischio di avere solo il pronto Soccorso come punto unico di riferimento per i cittadini -  aggiunge Elio Rosati - segnale ancora senza risposta di una difficoltà di accesso ai servizi territoriali, un uso probabilmente improprio al Pronto Soccorso, un’incapacità a fare da filtro in modo efficace per una serie di situazioni che potrebbero e dovrebbero essere gestite in altri luoghi»

LE PROPOSTE 

Quattro le idee da portare avanti, secondo Cittadinanzattiva che chiede la formale di convocazione dell’Osservatorio regionale per il Governo delle liste di attesa del Lazio e a cascata degli osservatori aziendali propri delle Asl «perché il tema dell’accesso ai servizi (che se non ben organizzati producono le liste di attesa)   viene anche prima dell’articolo 32 della Costituzione che tutela la salute. Chi non riesce ad accedere vede lesa la propria dignità umana». Poi c'è la richiesta di avviare  un monitoraggio sui Distretti sociosanitari coinvolgendo «oltre il mondo della salute, anche gli Enti Locali e le organizzazioni civiche per l’ideazione di percorsi di salute, di benessere e di socialità di cui questa Regione ha saputo dare esempi concreti anche durante la pandemia». Terza proposta la collaborazione con il Policlinico Tor Vergata per mettere al centro le eccellenze a favore dei territori e dei Comuni limitrofi,  infine l'avvio  nel prossimo autunno ed in base alla situazione sanitaria in corso «di un programma di reclutamento, formazione e messa in campo di cittadini volontari che possano nei diversi territori assumere la responsabilità di offrire modalità di tutela dei diritti dei cittadini nei diversi ambiti in cui opera Cittadinanzattiva Lazio».

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