Covid, desiderio sessuale addio: il ritorno alla vita non spazza via i disagi

Covid, desiderio sessuale addio: il ritorno alla vita non spazza via i disagi
Covid, desiderio sessuale addio: il ritorno alla vita non spazza via i disagi
di Carla Massi
Giovedì 10 Giugno 2021, 06:00 - Ultimo agg. 17:36
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Anche nemico del sesso. Il virus, tra lockdown, contagi, decessi e vaccini, ha costretto l’intimità a mettersi da parte. E ora, come dopo una guerra, si contano le vittime. Tra ricerche, numeri e confessioni non emerge un quadro felice. Si parla di una perdita globale del desiderio che rischia, post vaccinazioni, di esplodere in modo scomposto e pericoloso. Ma tenere sotto controllo anche questo non sarà certo facile. Sicuramente tutto quello che è successo da marzo 2020 non ha fatto bene alla vita sessuale. Un esempio: non c’è stato il baby boom ipotizzato a nove mesi dal lockdown. Anzi, le statistiche rivelano un calo dell’8% delle nascite. Un’indagine online della Società italiana di Andrologia ci fa sapere che, su oltre 1.000 uomini, il 60% ha riferito un calo del desiderio e di aver diminuito l’attività sessuale. Le riaperture, però, non stanno spazzando via i disagi: pandemia e isolamento hanno lasciato segni che perdurano. Per questo gli specialisti hanno deciso di mettersi a disposizione con un servizio telefonico (800-995125), “L’andrologia italiana risponde”. Informazioni e consulenze gratuite a cui, nel mese di giugno, sarà possibile rivolgersi tutti i giorni dalle 10 alle 19.

I PROBLEMI

«La pandemia ha imposto un drastico cambiamento nelle abitudini di vita, creando situazioni di disagio psicologico e sessuale – spiega Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia – Con la progressiva eliminazione delle restrizioni si permetterà una graduale ripresa delle abitudini relazionali ma l’uomo, in molti casi dopo aver contratto e sconfitto il Covid, non supererà le sue difficoltà». L’effetto Covid, sui rapporti intimi, è stato quasi immediato. «Ad aprile 2020 ho scritto un editoriale su “Minerva Endocrinologica” intitolato “Covid-19 o il trionfo della monogamia”. Ipotizzavo, come poi è successo, che il lockdown, lo stress socioeconomico, la costrizione, le psicopatologie avrebbero funzionato da cartina al tornasole della reale natura di ciascuna coppia. Frantumando quelle fragili e cementando quelle basate su ragioni solide», racconta Emmanuele A. Jannini, professore di Endocrinologia e Sessuologia medica all’università Tor Vergata di Roma. Proprio nello stesso periodo dà il via al più grande studio (come numero e qualità degli strumenti diagnostici utilizzati) sulla relazione tra comportamento sessuale e umore durante il lockdown. La ricerca, che ha coinvolto 7mila italiani, esce all’inizio di quest’anno su “Journal of Sexual Medicine”. Rivela che quelle coppie che avevano smesso di far l’amore per colpa del lockdown (la maggioranza) presentavano livelli di ansia e depressione più alti di quelli che avevano smesso di farlo per altre ragioni.

«È la prima volta – commenta Jannini, che ha appena pubblicato Uomini che piacciono alle donne per Sonzogno – che viene dimostrato, su grandi numeri e con strumenti diagnostici validati, che il sesso ha un potente ruolo ansiolitico o antidepressivo. Il vaccino sta provocando, e sempre più porterà, una rivoluzione degli abbracci. A un ritorno di contiguità fisica tra le persone che l’età del Covid ci aveva tolto».

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