Fumatori ed ex: lo screening al polmone coinvolge 10.000 persone in tutta Italia

Fumatori ed ex: lo screening al polmone coinvolge 10.000 persone in tutta Italia
di Antonio Caperna
Giovedì 10 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo agg. 07:59
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La Rete italiana screening polmonare (Risp) sta svolgendo uno studio pilota multicentrico della durata di due anni, che coinvolge 18 tra Irccs, Ospedali e Policlinici Universitari distribuiti su tutto il territorio nazionale, individuati dal ministero della Salute che finanzia il progetto attraverso le Regioni.

Lo studio mira a coinvolgere fumatori o ex fumatori tra i 55 e i 75 anni. Chi ha consumato un pacchetto di sigarette al giorno per 30 anni ma anche coloro che hanno già smesso da non più di 15 anni. Per la ricerca deve essere raggiunto il numero di 10mila pazienti a livello nazionale. Lo screening polmonare gratuito prevede la Tac a basso dosaggio di radiazioni e un prelievo di sangue per la ricerca di marcatori tumorali (per sapere a quali istituti rivolgersi programmarisp.it). Gli Ifo (Istituto Regina Elena e Istituto San Gallicano) sono il centro designato nel Lazio per lo svolgimento dello studio. Obiettivo: il reclutamento di 700-800 pazienti (06 52665505 o scrivere a screeningpolmone.lazio@ifo.it). Scoprire un tumore polmonare nelle fasi precoci consente di trattare i pazienti con un intervento chirurgico meno invasivo e, se necessario, con farmaci innovativi: in questo caso la probabilità di guarigione è superiore al 70%. “Bionde Mozzafiato” è la mostra fotografica allestita presso gli Istituti. L’iniziativa si inserisce nella campagna di promozione del progetto nazionale di screening polmonare. Ventiquattro fotografie e dodici infografiche aiutano a capire il profilo della malattia e, se fumatori, guidano verso l’arruolamento allo screening e all’ambulatorio per la cessazione del tabagismo. «Lo studio – spiega Francesco Facciolo, direttore della Chirurgia Toracica Istituto Regina Elena di Roma – intende valutare l’efficacia di varie strategie di prevenzione. È finalizzato a dimostrare che un intervallo di screening di due anni, anziché uno, non aumenta l’incidenza di tumore polmonare allo stadio iniziale.

Attraverso la biopsia liquida valuta marcatori specifici per una diagnosi precoce».

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