Ipertensione, sul fronte dei trattamenti antipertensivi, non si registrano da anni grandi novità in termini di nuove molecole. Le principali categorie utilizzate sono beta-bloccanti, ACE-inibitori e sartani, calcio antagonisti e diuretici. Con questi farmaci, il medico struttura un trattamento su misura del singolo paziente, che tiene conto di eventuali patologie concomitanti (i beta bloccanti per un asmatico non vanno bene), oltre che delle preferenze del paziente. Novità importanti sul fronte del trattamento vengono dalla cronobiologia e dallo studio Hygia Chronotherapy che si è chiesto quando fosse meglio assumere i farmaci per la pressione, se la mattina o la sera.
IL QUESITO
Da sempre i medici consigliano di assumere la terapia per l’ipertensione (o almeno la maggior parte delle compresse) la mattina al risveglio.
I TEMPI
«I pazienti che assumono la terapia antipertensiva prima di andare a dormire, rispetto a quelli che prendono le pillole al mattino – afferma il professor Ramón C. Hermida, direttore dei Laboratori di Bioingegneria e di Cronobiologia dell’Università di Vigo (Spagna) – hanno una pressione più controllata e soprattutto mostrano un’importante riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari». Ma non tutti gli esperti sono d’accordo. A preoccupare sono i pazienti che durante la notte già mostrano valori pressori bassissimi (i cosiddetti grandi “dipper” dell’Holter pressorio) e i pazienti con glaucoma “a pressione normale” nei quali una riduzione superiore al 10% dei valori pressori notturni può aumentare il rischio di perdita del campo visivo. Insomma, anche in questo caso la parola d’ordine è personalizzazione: non sono della terapia, ma anche dell’orario di somministrazione dei farmaci.
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