Marisa Laurito: mal di fornelli e dita bruciate, per “guarire” sorrido e medito

Marisa Laurito: mal di fornelli e dita bruciate, per “guarire” sorrido e medito
di Marisa Laurito
Giovedì 11 Marzo 2021, 06:00 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 07:47
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Mi sono bruciata ai fornelli, non so quante volte nella vita. Diciamo che quello è stato il mio doloretto, una punta di amarezza prima del piacere a tavola. Abituale nei ricordi come l’odore del ragù preparato dalla nonna. Puntuale come un ospite invitato per la prima volta. Verso l’ora dei pasti. A pranzo o a cena. Una fitta al dito. E la piaga. Abbastanza frequente, l’incidente, da avere sempre pronta una pomata nel cassetto. Per il resto, non ho mai sofferto di nulla. Nessuna malattia, né lieve né grave. Niente mal di testa, niente crampi allo stomaco, niente senso di spossatezza. Niente di niente. Con tutti gli scongiuri del caso. Poche volte ho avuto la febbre e ho preso una medicina. Quest’anno, per la prima volta, non ho nemmeno rischiato di finire a letto per la sindrome influenzale, perché ho fatto il vaccino: il mio medico di famiglia ha detto che era necessario. Ma ho sviluppato una certa resistenza alle patologie più varie anche grazie alla prevenzione. Ho seguito, già una decina di anni fa, un corso di Reiki, la disciplina spirituale introdotta dal giapponese Mikao Usui nella seconda metà dell’Ottocento. Come funziona? Tutti i giorni, al risveglio o la sera, pratico la meditazione e mi concentro su tutte le parti del corpo, dalla testa ai piedi. Il piccolo check-up nel fisico aiuta a stare bene: dura normalmente tra i quindici e i venti minuti, ma può proseguire per un’ora oppure limitarsi a dieci minuti al giorno, e consente di verificare che sia tutto a posto.

Può sembrare ridicolo, ma per me è basilare. Mi dà energia, è un’auto-guarigione.

Difatti, utilizzo questa tecnica anche se ho qualche piccolo fastidio, dal “doloretto” tipico al mal di pancia, e tutto passa. Certo, se avessi una patologia terribile, farei le terapie farmacologiche come tutti in ospedale e ritengo sia importante dirlo chiaramente. Ma, a casa e senza un particolare motivo, credo sia fondamentale prendersi cura di se stessi. Bisogna magiare bene, e io lo faccio: utilizzo prodotti di qualità, evito la carne. Solo sulla quantità non sono molto brava, ma questo dipende sempre dall’amore per la cucina che considero un’arte. Come si sa, dedico tante ore a questa passione e ho scritto tre libri, “Pasta, love e fantasia”, Le ricette del grande Sud. "Il Mediterraneo a tavola” e “Ricette di casa Laurito. Avanzi... tutta!”, che mescolano sapori, spesso assai diversi, piatti antichi e moderni, gusti orientali e occidentali. La varietà di ingredienti genuini è un immenso patrimonio. E poi, occorre passeggiare, sorridere e ridere. Il più possibile. Sono un’ottimista: in questo, sì, inguaribile.

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