Monopattini, la caduta è a catapulta: gomiti e testa a rischio di traumi gravi

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di Giampiero Valenza
Giovedì 13 Gennaio 2022, 06:00 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 14:46
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Sono sempre di più gli incidenti che avvengono con il monopattino.

Nei primi otto mesi dello scorso anno, secondo l’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, in Italia si sono verificati 131 casi gravi, 41 persone ricoverate in prognosi riservata e 10 morti. Numeri che preoccupano. La scienza mette sempre di più il fenomeno sotto i riflettori: secondo un articolo pubblicato sulla rivista Jama, nel 2014 in Nord America si sono contati 4.582 accessi in pronto soccorso per incidenti da monopattino, schizzati a 14.651 nel 2018. E sono fuori dai calcoli tutti quelli che, invece, hanno avuto cadute lievi e che se la sono cavata con poco. A Milano è freschissima la fotografia messa a fuoco grazie ai due Pronto soccorso del Gaetano Pini, in centro città, e del Cto, nella periferia Nord. In sei mesi, da maggio a novembre 2021, sono stati presi in carico 1.955 pazienti con traumi da incidenti con mezzi a due ruote, e tra questi 280 con monopattini (il 14,3%, al terzo posto dopo il 56,5% di quelli con la bici e il 29,2% con la moto o con lo scooter). Al vicino ospedale Niguarda, sempre nello stesso arco di tempo dello studio, su 37 accessi per incidenti da monopattino, un paziente è morto e cinque sono entrati in coma.

I NUMERI

«Questa è solo la punta dell’iceberg – commenta Pietro Randelli, direttore della clinica ortopedica del Cto e del comitato tecnico scientifico dell’Istituto Pini – Quasi una persona al giorno viene in pronto soccorso a causa del monopattino. In questo conto manca però chi fa lo scivolone e si sbuccia le ginocchia». Tra le 280 persone che sono entrate al pronto soccorso dei due ospedali, il 46% ha riportato fratture. Per il 10% si sono aperte le porte della sala operatoria. Quando hanno avuto bisogno del chirurgo, i medici si sono resi conto di avere davanti «traumi di incidenti “ad alta energia”, proprio come quelli automobilistici che avvengono di solito in autostrada. Quindi – spiega Randelli – non si è trattato della semplice frattura della mano». I traumi maggiori sono al ginocchio (17,1%), al gomito (15%), al polso (14,3%), alla caviglia (11,8%), poi alla mano (9,6%) e alla spalla (7,1%). L’ortopedico parla di una frattura tipica di chi fa uso del monopattino che non si trova in nessun altro incidente con i mezzi di trasporto: è quella bilaterale di tutti e due i gomiti e del suo capitello radiale, causata proprio dalla posizione che si assume quando si è con le mani al manubrio. «Ci vogliono almeno due mesi per uscirne e per tutto il tempo si resta bloccati con tutti e due i gomiti – prosegue lo specialista – In questi casi bisogna tener presente che è necessaria un’assistenza anche per le cose più basilari, come vestirsi». Gli incidenti avvengono soprattutto tra i giovani tra i 18 e i 38 anni: è la fascia d’età di chi fa più uso del mezzo. Secondo gli studiosi c’è un meccanismo particolare dell’incidente da monopattino: la caduta, infatti, avviene più di frequente «a catapulta». «Il mezzo ha ruote piccole – spiega il direttore dell’ortopedia del Cto di Milano – Soprattutto se ci si muove su terreni sconnessi, con buche, sampietrini e pavé, la ruota si può “puntare” e il conducente viene sbalzato con le braccia in avanti. Ecco spiegato perché più spesso vediamo casi di rottura degli arti inferiori e di trauma cranico». Tra gli ultimi episodi uno, meno di un mese fa, ha coinvolto lo chef della Prova del Cuoco, Natale Giunta. Sul monopattino, a Palermo, è incappato in una buca che si era formata attorno a un tombino, in pieno centro città, a due passi dal Teatro Politeama. Ha sbattuto violentemente la faccia ed è stato operato d’urgenza all’ospedale Civico per ricomporre una frattura.

GLI ACCORGIMENTI

Controllare la velocità è la prima regola per evitare i traumi più gravi. «Se si va al massimo a 20 km/h i danni sono ridotti – prosegue Randelli – È importante evitare di truccare i monopattini: ci sono pazienti al pronto soccorso che si vantano di avere mezzi in grado di arrivare a 70 km/h: questo è un suicidio». Un fattore importante, poi, è l’esperienza. I medici suggeriscono di fare prove di guida in piazzali senza ostacoli né persone, così da acquisire sempre più dimestichezza ed evitare che, una volta in strada, si possa pagare il prezzo della mancanza di pratica. Ma quali dispositivi possono essere sicuri, oltre il casco? «La polsiera è utile, ma la ginocchiera no perché purtroppo può trasformarsi solo in un ingombro – conclude Randelli – Le aziende produttrici dovrebbero invece aumentare la dimensione delle ruote dei monopattini: più sono grandi, più si riduce l’effetto catapulta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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