Mal di stomaco, non è solo la primavera: attenzione a stress, ansia e depressione

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di Maria Rita Montebelli
Giovedì 8 Aprile 2021, 06:00 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 19:24
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Sentire lo stomaco sottosopra o avvertire un bruciore o un dolore nella parte superiore dell’addome, vicino alle costole o ancora sentirsi subito pieni quando si mangia o avere la pancia gonfia sono tutti sintomi di una cattiva digestione, che i medici chiamano dispepsia. Si tratta di disturbi molto diffusi, dei quali soffre una persona su tre, ma che nella maggior parte dei casi non sono spia di qualcosa di preoccupante. Molto spesso basta eliminare quel caffè o quel bicchiere di vino di troppo, per far andare tutto a posto. Ricordiamo, inoltre, che l’arrivo della bella stagione porta con sé un aumento dei disturbi legati alla cattiva digestione.

LA STAGIONE

In primavera si avverte di più il bruciore di stomaco (pirosi gastrica) perché aumentano gli acidi prodotti dalle pareti dello stomaco, in particolare l’acido cloridrico. La dispepsia può essere “funzionale” o avere una causa precisa. La diagnosi di dispepsia funzionale (riguarda il 75% dei casi di mal di stomaco) viene accolta con sollievo da alcuni, ma è fonte di frustrazione per altri. La parola funzionale non significa affatto che il problema è «solo nella testa» di chi ne soffre. Di certo, lo stomaco è uno dei bersagli favoriti dello stress e dunque i problemi di ansia e depressione possono somatizzarsi in un mal di stomaco persistente.

La soluzione in questi casi è il trattamento delle condizioni psicologiche alla base del disturbo. Se i disturbi persistono, il medico potrà decidere di prescrivere degli antidepressivi a basso dosaggio, per ridurre il dolore. La dispepsia funzionale dipende il più delle volte da cause innocenti. Un senso precoce di pienezza allo stomaco, magari accompagnato da nausea e gonfiore addominale, può dipendere da una digestione lenta. Il dolore che alcune persone provano dopo un pasto abbondante può dipendere da una loro eccessiva sensibilità allo stiramento delle pareti dello stomaco. Ma, questa sensazione, è in genere fugace e non è da considerare d’allarme.

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L’INFEZIONE

I disturbi a volte iniziano dopo una gastroenterite acuta, causata da un’infezione batterica o virale; in questi casi i sintomi possono persistere a lungo, anche dopo la risoluzione dell’infezione, e possono essere dovuti ad alterazioni della flora batterica intestinale. Una persona su quattro tra quelle che presentano i sintomi della dispepsia ha effettivamente un problema organico, che può andare dal reflusso gastro-esofageo, alla gastrite, all’ulcera, o molto più raramente essere riconducibile ad una neoplasia dello stomaco o dell’esofago. Spesso il colpevole del mal di stomaco può essere un farmaco. A guidare la classifica sono gli antidolorifici (FANS), presi senza proteggere lo stomaco, o anche aspirina e cortisonici; ma a provocare disturbi possono essere anche alcuni antibiotici (ampicillina ed eritromicina) o farmaci assunti per altre condizioni (teofillina, levodopa, estrogeni, gemfibrozil, ferro, supplementi di potassio). Anche in questo caso, basta sospendere la terapia, prenderla a stomaco pieno o assumere un gastroprotettore, per far scomparire il disturbo.

Ma come orientarsi tra le mille sfumature del mal di stomaco per decidere se è il caso di cercare un aiuto qualificato? I sintomi d’allarme, quelli che devono portare subito dal medico, sono nausea e vomito persistenti (soprattutto se è presente del sangue), perdita di appetito, calo poderale non voluto, feci scure, anemia da carenza di ferro, difficoltà a deglutire (prima i cibi solidi, poi i liquidi) o dolore alla deglutizione, storia familiare di tumore dello stomaco, o ancora la presenza di una massa dura palpabile in corrispondenza della parte superiore dell’addome o la presenza di linfonodi ingrossati ai lati o alla base del collo (sopra la clavicola). Per orientarsi verso una possibile diagnosi, il medico chiederà se il dolore allo stomaco peggiora a digiuno o dopo mangiato, in certe posizioni o premendo alcune aree della pancia, se si sta assumendo una terapia con farmaci potenzialmente gastro-lesivi (aspirina, FANS, cortisone), se in passato si è sofferto di ulcera, se il fastidio allo stomaco si associa ad un bruciore retrosternale, se si prova un dolore intenso nella parte superiore destra o al centro dell’addome, magari irradiato alla schiena o tra le scapole; se questo dolore è periodico e si associa a vomito, sudorazione e senso di irrequietezza, se di recente sono comparse diarrea o stipsi, se c’è una perdita non intenzionale di peso, vomito frequente, difficoltà ad inghiottire. In presenza di sintomi d’allarme, per le persone sopra i 60 anni è consigliabile ricorrere ad un esame endoscopico (esofagogastroduodenoscopia). Nelle persone sotto i 60 anni, come primo passo è bene effettuare la ricerca dell’Helicobacter Pylori tramite breath test, o con esami del sangue o delle feci.

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