Acquabeam, Green Light, Tuna, HoLEP, ThuLEP. Termini ancora poco conosciuti ma che rappresentano il futuro delle tecniche usate per curare l’ipertrofia prostatica benigna senza l’utilizzo del bisturi. Parliamo di ingrossamento della ghiandola. Una condizione che può comprimere il canale uretrale, causandone una parziale ostruzione e interferendo con la capacità di urinare. I principali fattori associati alla malattia sono l’invecchiamento e i cambiamenti ormonali legati all’età. L’ingrossamento porta a due tipi di sintomi: quelli urinari di tipo ostruttivo e quelli di tipo irritativo. Il 40% dei cinquantenni e il 90% degli ottantenni hanno segni di ipertrofia. Dalla difficoltà a svuotare la vescica al bisogno continuo di andare in bagno.
Prostata, interventi senza bisturi con laser, getto d’acqua robotizzato e termoterapia
di Marino Petrelli
Giovedì 11 Marzo 2021, 06:00
- Ultimo agg.
18 Febbraio, 07:47
3 Minuti di Lettura
LE MODALITÀ
Altre tecniche a disposizione sono Acquabeam, Tuna, Hifu e Rezum. «L’Acquabeam utilizza un getto d’acqua robotizzato – aggiunge Palmieri –, un flusso di acqua salina ad alta velocità che distrugge il tessuto prostatico. Sotto la super visione di una sonda ecografica in anestesia locale che controlla il getto. Si può intervenire su una prostata tra i 30 e gli 80 centimetri cubici di volume, quindi in ghiandole non grandissime. La Tuna è una termoterapia. Si portano due aghi direttamente nella ghiandola e il calore distrugge settorialmente il tessuto, una parte minore di un centimetro. La tecnica Hifu, prevede sempre gli aghi ma utilizza gli ultrasuoni. Il Rezum lavora con energia e vapore acqueo per l’ablazione del tessuto prostatico. Viene indicata per prostate piccole sotto gli 80 grammi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA STESSA SEZIONE
di Graziella Melina