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Depressi e stressati: cosa ci passa per la testa. Il malessere è da allarme

di Maria Lombardi e Gabriele Rosana
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 10 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo agg. : 13 Novembre, 18:43
5 Minuti di Lettura

Vediamo blu. Il mondo ha il colore della tristezza. Il risveglio è malinconico, la giornata nervosa e la notte insonne. Hai voglia a ripetere: pensa positivo, andrà meglio, guarda il lato bello delle cose.

Ascolta: Diabete, colesterolo, depressione: arrivano nuovi farmaci. Una guida alla buona salute

Positivo, che? Il Covid, la guerra, il clima folle, la siccità, le bollette. Certo che l’umore va giù e i nervi saltano. Stiamo male, stiamo peggio, la nebbia nell’anima, il loop nella mente, l’ansia nel respiro. Capita nei momenti di crisi, e questo senza dubbio lo è, tante crisi una sull’altra. «Le situazioni stressanti hanno inevitabilmente ripercussioni sulla salute psichica. Il trend degli ultimi anni era già stato quello di una aumento di questo genere di patologie, le ultime emergenze hanno accelerato il processo». Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria, raccomanda di non sottovalutare mai i primi segnali di malessere, meglio consultare un medico. Bisogna dare ascolto a quella sofferenza silenziosa e non pensare “tanto poi passa”. Difficile che passi da sola. Siamo a una nuova emergenza, quella psichica, di tale dimensioni che anche l’Europa è pronta a farsene carico.

LA STRATEGIA EUROPEA

«Il nostro benessere mentale è prezioso. È giunto il momento di iniziare a prendercene cura meglio. Non possiamo più permettere che le persone con questi problemi soffrano in silenzio», è il messaggio della commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides in occasione della Giornata mondiale della salute mentale. È questa tra le principali priorità in tema sanitario contenute nel programma di lavoro per il 2023 redatto dalla Commissione Ue e svelato a metà ottobre: il nuovo pilastro dell’Unione europea della salute - che è in fase di costruzione tra Bruxelles e le capitali dei Ventisette - si affianca a quanto già in corso con il piano Ue di lotta ai tumori e quello sui dati sanitari. Già prima del Covid-19 (è la stima dell’esecutivo Ue) le persone con problemi di natura psicologica nell’Unione superavano gli 85 milioni. Un quadro destinato ad assumere tinte ancor più fosche. L’era della poli-crisi, del resto, fa sentire tutto il suo peso con ansia, solitudine e depressione aumentate in maniera significativa. «La pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina e le sue conseguenze, la crisi energetica e i timori per le difficoltà economiche sono eventi che hanno un impatto non trascurabile sulla nostra salute mentale. E colpiscono tutti, a cominciare dai più vulnerabili, soprattutto i più giovani, i soggetti con un’occupazione precaria o con un’istruzione e redditi bassi», ha aggiunto Kyriakides.

L’ACCESSO ALLE CURE

Il primo passo che la strategia Ue dovrà compiere riguarda la riconoscibilità dei disagi psicologici, del funzionamento dei vari sistemi sanitari nazionali in materia e l’accesso più ampio possibile alle cure: «Dobbiamo migliorare la nostra comprensione di quali sono i problemi che riguardano la salute mentale e dare assoluta priorità a prevenzione e promozione» del benessere psicologico, ha precisato la commissaria Ue intervenendo nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. E ricordando che, all’interno del programma EU4Health - parte del Recovery Plan post pandemico - Bruxelles ha già stanziato, ad esempio, 28 milioni di euro a sostegno di iniziative a tutela della salute mentale nei Paesi membri. Risorse che possono essere impiegate anche per esplorare sentieri (più o meno) innovativi, ad esempio mobilitando le arti e la cultura a sostegno delle terapie. Come ha fatto di recente Bruxelles (ma stavolta parliamo della capitale del Belgio, e non di quella delle istituzioni europee): ispirandosi a una misura adottata nel Québec, la città ha avviato un progetto pilota per consentire ai medici di prescrivere visite gratuite al museo a chi soffre di problemi di salute mentale, in particolare depressione, stress e burnout, e ai suoi accompagnatori.

I NUMERI

I casi sono sempre di più. «Con il Covid, secondo l’Oms, c’è stato un incremento delle patologie depressive del 26, 27 per cento, soprattutto nei paesi industrializzati», spiega la presidente della Società italiana di psichiatra. «In Italia abbiamo un milione di persone depresse in più, arriviamo a tre milioni e mezzo in tutto. Sono in aumento anche i disturbi di ansia, i suicidi e i gesti autolesionistici, in particolare tra i ragazzi». Le fasce più deboli e vulnerabili sono anche le più colpite, «le donne che contano il doppio dei casi di depressione rispetto agli uomini, i ragazzi con l’insorgenza sempre più precoce di disturbi alimentari e le fasce economicamente più svantaggiate». Depressione e non solo. Il malessere, in questi anni di emergenza senza fine, si manifesta anche con attacchi di panico, disturbi ossessivi, somatizzazioni ansiose. «Sono in aumento le richieste di aiuto psicologico e farmacologico. Bisogna vincere definitivamente lo stigma che c’è ancora intorno alla malattia psichiatrica e affidarsi agli specialisti, chiedere aiuto quando c’è bisogno e prendere anche i farmaci, se servono, ormai sono sicuri», sostiene Emi Bondi.

LA PREVENZIONE

Umore a terra, ansia, insonnia. Schizzano le richieste per il bonus psicologico, oltre 330mila, più del 60% arriva dai giovani. Così tante domande che i soldi non bastano e solo un paziente su 9 riceverà l’aiuto. «Non sono d’accordo su questi interventi a pioggia, si danno senza criterio e senza stabilire se è corretto quel percorso e chi lo deve fare», continua la psichiatra. «Meglio potenziare i servizi pubblici di salute mentale che sono in condizione di difficoltà per cronica mancanza di fondi». Che fare per mantenerci in buona salute mentale? «La prevenzione passa attraverso uno stile di vita sano, ossia fare attività fisica, dormire bene, non usare droghe e non abusare di alcol, mantenere un senso del limite anche nel lavoro», raccomanda Emi Bondi. «Fondamentale è poi coltivare relazioni e amicizie, abbiamo visto quanto ci ha fatto soffrire durante i lockdown la solitudine, una delle principali cause di disagio. Fa bene anche stare in mezzo alla natura: la nostra mente ha bisogno di riposo e silenzio. E poi ridere, la risata è il miglior antidepressivo al mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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