Quando sta per arrivare, lo sento da lontano... è come uno spillo al centro dello stomaco, e può arrivare in qualunque momento: al supermercato, al parco, a cena con gli amici. Diciamo che quando arriva al parco, è un ottimo motivo per dire alle figlie «ragazze, mamma non si sente tanto bene, dobbiamo tornare a casa», in tal caso sono giustificata ad interrompere la conversazione che stavo intrattenendo mio malgrado con la mamma più antipatica del quartiere. Il doloretto alle volte è in grado di farti anche un “favoretto”... è proprio una fitta al centro dello stomaco che procura un notevole fastidio. Ogni volta che mi assale, comincio a pensare a tutto quello che ho mangiato la sera prima, redarguendomi da sola: «Federica bella, non hai più l’età per mangiare i peperoni la sera... potevi anche rinunciare a quella fettina di salame in più... perché non hai contato fino a tre prima di chiedere un altro spritz sull’onda dell’entusiasmo dell’aperitivo tra amiche, evento ormai più raro di un’eclissi di sole visibile dall’Antartide».
E mentre continuo a redarguirmi, il doloretto è sempre lì, a ricordarmi che non ho più venti anni... poi improvvisamente realizzo che la settimana prima ho avuto un provino per un film importante e la gara di nuoto delle mie figlie... ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima? È il solito e stramaledetto stress! Ogni volta ci casco e faccio l’elenco di tutti i cibi assunti nei giorni precedenti, non pensando che lo stress vale più di tutti i peperoni ingurgitati nella vita! Certo, perché nonostante io abbia 30 anni di carriera alle spalle (sempre per sottolineare il fatto che non ho più venti anni), i provini mi provocano sempre una certa agitazione, e per quanto riguarda le gare di nuoto delle figlie «che te lo dico a fa’» come diciamo a Roma.
Si, lo so, Freud me spiccia casa... ma quello spillo al centro dello stomaco è la rabbia inconscia per non aver manifestato a dovere la mia ansia. «All’oppressione, allo sfruttamento, alla violenza ognuno reagisce come può. C’è chi soffre, chi si dispera, chi si ribella, a me è venuta la colite» cantava il mitico Gaber nella Marcia dei colitici. E allora disperiamoci! Sfoghiamoci! Io quando posso e soprattutto me lo ricordo, cerco di farlo... il mio compagno ne sa qualcosa, visto che è la prima vittima dei miei sfoghi, valido sostituto dell’ignobile spillo, tant’è che spesso mi dice: «ma proprio con me ti devi sfogare sempre?» Ma, niente niente... era meglio il doloretto?
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