Winter blues, ovvero la depressione invernale: cala la luce e si spegne anche l'umore delle donne

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di Barbara di Chiara
Giovedì 14 Gennaio 2021, 06:00 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 11:00
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E' la stagione più cupa per antonomasia, e quest’anno promette di non essere da meno: l’inverno, con le sue giornate brevi e poco luminose, provoca in circa il 40% della popolazione un abbassamento del tono dell’umore, più o meno importante. È il Seasonal affective disorder (Sad, acronimo che in inglese peraltro significa “triste”), o disturbo affettivo stagionale, definito anche Winter Blues (“depressione invernale”). Un fenomeno che minaccia in particolare le donne, quattro volte di più rispetto agli uomini. Si tratta di un disordine classificato all’inizio degli anni ’90, quando si chiarì come l’esposizione alla luce solare potesse influenzare il sistema circadiano, influendo sulla produzione di ormoni essenziali come la melatonina e la serotonina. «Nel complesso panorama delle patologie della affettività – spiega Massimo Di Giannantonio, presidente della Società italiana di psichiatria – possiamo distinguere due grandi categorie: i disturbi dell’umore reattivi e quelli endogeni. Nel primo gruppo rientrano le cosiddette depressioni stagionali, che colpiscono in particolare soggetti “vulnerabili”, come le donne fra i 25 e i 45 anni. A essere coinvolte, e sentite soprattutto dal sesso femminile, sono le alterazioni dei ritmi circadiani, come quello sonno-veglia legato all’esposizione alla luce solare: questa, infatti, stimola il sistema nervoso autonomo attraverso specifici recettori, dando un importante contributo alla modulazione interna delle fasi della giornata e di conseguenza del tono dell’umore».

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IL TRATTAMENTO 

Per combattere i conseguenti effetti della carenza di luminosità in questa stagione, «in Europa del Nord è stata dimostrata l’efficacia della cosiddetta “light therapy”. Questa prevede cicli di esposizione, in particolare di occhi e pelle, a luce calda, intensa e prolungata. Così si stimolano i recettori gluco-corticoidi, riattivando il ritmo sonno-veglia. Questo trattamento rappresenta un grande aiuto alla prevenzione del problema e al potenziamento degli strumenti terapeutici tradizionali che abbiamo a disposizione, in primis i farmaci antidepressivi e ipnotici». È possibile dunque trovare un rimedio al winter blues: cercare di esporsi quanto più possibile alla luce solare quando si è all’aria aperta, oppure ricorrere alla terapia della luce, con specifici dispositivi, per 20-30 minuti al giorno: i miglioramenti si notano una o due settimane dopo la prima sessione.

LA DIETA

 «Anche quello di mangiare sano è sempre un buon consiglio – aggiunge lo psichiatra – la dieta deve essere leggera e ben bilanciata, con tante vitamine e minerali. Si deve provare a dormire a sufficienza, evitare l’alcol e impegnarsi in un programma di esercizi fisici. L’attività sportiva, infatti, libera endorfine e rende più fluido il circolo sanguigno, attivando le aree cerebrali legate alla gratificazione: sentirsi padroni del proprio corpo, capaci di migliorare il proprio tono generale e in particolare quello della muscolatura, è un vero toccasana». Con le temperature rigide di questi giorni e le strutture sportive chiuse per la pandemia, il consiglio è quello di organizzare una piccola routine di esercizi indoor come una lezione di yoga online o una corsa su un tapis roulant.

Ancora, cercare di prediligere per quanto possibile attività che si amano, che si tratti di un gioco da tavola o di guardare un film. Infine, dedicarsi ad azioni altruiste come il volontariato, o anche solo dare un aiuto a qualcuno, in un qualsiasi compito, può sorprendentemente aiutare a uscire dal “winter blues”.

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