Tumore alla prostata, scoperti i 5 cibi-scudo che prevengono e bloccano la progressione della malattia: lo studio

Per gli andrologi non ci sono dubbi: Tè verde, pomodoro, frutti rossi, uva e melograno possono davvero fare la differenza. L'appello degli esperti: No a fai-da-te, rivolgersi sempre a uno specialista

Tumore alla prostata, scoperti i 5 cibi-scudo che prevengono e bloccano la progressione della malattia: lo studio
Tumore alla prostata, scoperti i 5 cibi-scudo che prevengono e bloccano la progressione della malattia: lo studio
Sabato 9 Aprile 2022, 15:35 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 19:24
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È sicuramente uno dei tumori più frequenti negli uomini over 50: il cancro della prostata ma i dati relativi alla sopravvivenza sono incoraggianti. Il tumore alla prostata è una malattia comune nei Paesi sviluppati, ma in realtà il suo tasso di mortalità è molto basso. La terapia è tanto più efficace quanto più precoce è la diagnosi, soprattutto se il tumore non si è ancora diffuso in altre parti dell’organismo (metastasi). E l'alimentazione può essere una valida alleata per contrastare i rischi di malattia. Si suggerisce per esempio di consumare, pesce, frutta e verdura, ridurre il consumo di carni rosse, di grassi animali o vegetali saturi e di preferire invece i grassi vegetali insaturi. Queste regole valgono per innumerevoli patologie, come ad esempio anche quelle cardiache. In questi casi si suggerisce inoltre di eliminare il vizio del fumo, controllare eventuali predisposizioni genetiche ed evitare la sedentarietà.

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Ma per prevenire e contenere la progressione del cancro alla prostato ora arriva la dieta bilanciata. Gli antiossidanti presenti in diversi cibi, dal tè verde al pomodoro cotto, passando per i frutti rossi, l'uva e il melograno, possono davvero fare la differenza nella prevenzione del tumore alla prostata, aprendo un nuovo scenario anche come supporto alla terapia, riducendone la tossicità e aiutando a bloccare la progressione della malattia.

All'interno di una dieta bilanciata, anche gli integratori possono avere un ruolo preventivo e protettivo nella popolazione maschile a rischio, se prescritti dall'andrologo individuando il prodotto giusto e la dose corretta, per avere la massima efficacia e il minimo di effetti collaterali.

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Il parere degli esperti

Dagli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA), riuniti a Roma in occasione del Congresso Nazionale, arrivano raccomandazioni riguardo l'utilizzo di antiossidanti, che fanno chiarezza sugli approcci che hanno dimostrato maggiore efficacia. Secondo le conclusioni degli esperti che hanno analizzato e descritto a fondo la letteratura scientifica sull'argomento, le evidenze più solide riguardano alcuni cibi che contengono sostanze ad azione antiossidante e antiproliferativa, come epigallocatechine, licopene, resveratrolo e di recente il pterostilbene, con un bilancio vantaggioso tra efficacia e sicurezza. Il tumore alla prostata, «con 36.000 nuovi casi all'anno, rappresenta il cancro più frequente della popolazione maschile in Italia - spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA -. È fondamentale prendere coscienza di quelli che sono i principali fattori di rischio, come avere una storia familiare di tumore della prostata, l'età avanzata e gli stili di vita, come la dieta. È dimostrato che l'assunzione di eccessive quantità di alcool, grassi saturi, derivati del latte, possono avere un ruolo nella genesi di tale neoplasia, ma la ricerca ha sempre cercato di individuare farmaci o prodotti naturali in grado di prevenire l'insorgenza di tumore della prostata, se somministrati a individui a maggior rischio o a quei pazienti che presentavano già delle lesioni precancerose». 

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Gli studi

Moltissime ricerche hanno evidenziato il potere preventivo di molti composti di origine naturale - spiega Davide Arcaniolo, membro della Commissione Scientifica della SIA - Quelli maggiormente studiati sono senz'altro le epigallocatechine e il licopene, sostanze ad azione antiossidante ed antinfiammatoria, contenute in grande quantità principalmente nel tè verde e nel pomodoro. In uno studio clinico su un gruppo di soggetti ad alto rischio di tumore alla prostata si è visto che chi assumeva regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde vedeva ridotto del 60% il rischio di ammalarsi rispetto a chi assumeva solo una sostanza placebo. Il rischio può ridursi fin dell'80% con un'assunzione di queste sostanze per due anni consecutivi». Anche il licopene, contenuto in grandi quantità nel pomodoro, rappresenta un altro principio attivo largamente studiato nelle strategie di prevenzione. In una metanalisi di 42 studi con l'osservazione di quasi 700mila partecipanti, è stato dimostrato un effetto protettivo del licopene superiore alla maggior parte degli altri composti, fatta eccezione per il tè verde.

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Necessario il parere medico

Inoltre, nuovi studi hanno dimostrato la particolare efficacia del resveratrolo, contenuto soprattutto nell'uva, non solo come azione preventiva contro il tumore della prostata ma anche come supporto ai trattamenti anti-tumorali per l'altissimo potenziale antiossidante che agisce sia nello stato iniziale del cancro, attraverso fattori di blocco, sia nello stato più avanzato attraverso fattori di soppressione che ne frenano la progressione. Tuttavia, rileva ancora Palmieri, «bisogna prestare la massima attenzione ai supplementi, che devono essere prescritti dallo specialista per individuare il tipo di prodotto giusto per ciascun paziente, con le giuste modalità di utilizzo, in modo che la dose corretta non sia troppa bassa e quindi inefficace ma neppure troppo alta e quindi a rischio di effetti collaterali».

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