Al momento sono 15 le regioni italiane partite con la somministrazione di anticorpi monoclonali a pazienti con sintomi lievi o moderati di Covid-19 che presentino particolari fattori di rischio, come dializzati obesi, diabetici con complicanze o trapiantati. Anticorpi prodotti in laboratorio, resi famosi da Donald Trump, i monoclonali hanno avuto il via libera dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) in via emergenziale, in attesa dell'autorizzazione vera e propria. Questi farmaci, per i quali sono previsti 400 milioni nel decreto Sostegni, possono venire somministrati endovena in centri specialistici entro i primi dieci giorni dalla comparsa dei sintomi nei pazienti selezionati dalle Usca e dai medici di medicina generale. L'accelerazione c'è stata con l'arrivo, nei giorni scorsi delle prime 150mila dosi acquistate dal Governo degli anticorpi di Eli Lilly e Regeneron, ma alcune Regioni si erano già mosse prima.
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Avanti con le somministrazioni è la Liguria, che è stata la prima a impiegarli in quattro centri.
Nel Lazio le strutture che possono somministrarli sono già 11, tra cui il Policlinico di Tor Vergata e l'Umberto I. La Regione, è anche la prima ad aver avviato una vera e propria sperimentazione su questi anticorpi presso l'Istituto Spallanzani. Il 19 marzo è stata la volta delle Marche, con l'azienda ospedaliera Marche Nord, dove i farmaci sono stati somministrati a tre persone sottoposte a trapianto di rene e nelle quali la cui terapia immunosoppressiva era stata interrotta per il contagio da coronavirus. Sempre il 19 in Campania sono stati somministrati all'Ospedale del Mare di Napoli a un 57enne dializzato, diabetico e iperteso. Nell'ospedale di Spoleto, una 78enne, in dialisi da 32 anni, è stata la prima paziente sottoposta alla terapia in Umbria, dove sono 4 i centri dove vi farmaci erranno somministrati. Le prime dosi sono arrivate il 22 marzo in Toscana, dove sono finora 12 le strutture idonee a praticare la terapia, coordinate da una cabina di regia regionale. Nella stessa regione da giugno potrebbero esser prodotti i monoclonali italiani, frutto della ricerca di Toscana Life Sciences, mentre anche Gsk, forte di dati che mostrano un'efficacia dell'85% nel ridurre ricoveri e morte, sta per chiedere l'autorizzazione in via emergenziale. In Piemonte la primo somministrazione è del 24 marzo, nell'ospedale di Alessandria; il 25 è stata la volta dell'Emilia-Romagna, con il Sant'Orsola di Bologna, ed è stata fatta la prima consegna all'ospedale Perrino di Brindisi.
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Per Filippo Anelli, presidente della Federazione Ordini dei Medici (Fnomceo), questi farmaci «sono uno strumento fondamentale soprattutto nei soggetti più fragili. È la prima grande opportunità terapeutica, capace di cambiare la storia clinica della malattia riducendo i rischi di ricovero e di complicanze in un momento di carenza dei vaccini». I monoclonali sono arrivati il 25 marzo anche in Lombardia, nella farmacia dell'ospedale Maggiore di Cremona e i centri autorizzati sono già 17. Il 27 sono partite anche la Sicilia, con Caltanissetta, e l'Abruzzo, con Avezzano. Mancano invece al momento notizie relative alle Province Autonome di Bolzano e Trento, e a Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna .