Long Covid, infarti e malattie del cuore. Uno studio rivela: «Aumenteranno»

Lo studio su scala globale pubblicato sull'European Heart Journal

Covid, uno studio rivela: «Aumenteranno infarti e malattie del cuore»
Covid, uno studio rivela: «Aumenteranno infarti e malattie del cuore»
Giovedì 2 Giugno 2022, 17:08 - Ultimo agg. 3 Giugno, 19:43
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Gli effetti collaterali del Covid avranno un impatto sensibile sulla salute dell'uomo da qui ai prossimi anni. Soprattutto sulle malattie legate al cuore. Questo perché durante la pandemia vi è stato un declino notevole delle ospedalizzazioni per cause cardiovascolari - ricoveri per infarto ridotti dal 22 al 34% - e in generale per gli accessi ai servizi sanitari dedicati. Questo si è tradotto in un peggioramento delle condizioni di salute e della mortalità, ad esempio in caso di infarto.

Aumenta il rischio di infarto

È quanto emerge da una vasta indagine su scala globale pubblicata sull'European Heart Journal e coordinata da esperti della University of Leeds.

Hanno riesaminato i dati di un totale di 189 ricerche pubblicate in 48 paesi sull'accesso ai servizi cardiologici dal dicembre 2019. È emerso che in tutto il mondo, gli ospedali hanno registrato un calo del 22% dei ricoveri di persone colpite da un grave attacco cardiaco in cui una delle arterie che servono il cuore è completamente bloccata. È diminuito del 34% il numero di persone ricoverate con una forma meno grave di infarto, in cui un'arteria è parzialmente ostruita. Il calo dei pazienti non è dovuto a un minor numero di attacchi cardiaci, ma a un minor numero di persone che si recano in ospedale per essere curate. Riscontrato in tutto il mondo, il calo è stato maggiore nei Paesi a basso e medio reddito.

 

Tempi di attesa durante un attacco cardiaco

È emerso inoltre che, in media, i pazienti impiegano 69 minuti in più per ricevere assistenza medica per un attacco cardiaco grave dopo l'inizio dei sintomi. Il trattamento standard per molti pazienti colpiti da infarto è l'inserimento di uno stent nell'arteria bloccata. In molti paesi a basso e medio reddito si è registrato un netto calo di queste procedure: solo nel 73% dei casi in cui il paziente aveva un infarto grave e nel 69% dei casi in cui il paziente aveva un infarto meno grave. Si è passati a trattare i pazienti con farmaci anticoagulanti. A livello globale, si è registrato un calo del 34% delle operazioni al cuore.

In pandemia impiantati meno pacemaker

Rispetto al periodo pre pandemia sono stati installati poco più della metà (51%) dei dispositivi impiantabili, come i pacemaker, utilizzati per le aritmie. A livello globale, tra i pazienti ricoverati in ospedale per un infarto grave o un'insufficienza cardiaca, il numero di decessi è aumentato del 17%. Infine, gli studi condotti nella fase iniziale della pandemia nel Regno Unito hanno rivelato un effetto di «spostamento della morte», per cui un numero maggiore di persone moriva per eventi coronarici acuti a casa, con una percentuale del 31% invece del 24% previsto. Secondo gli esperti l'impatto del Covid sulla salute cardiovascolare globale avrà ricadute per anni.

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