Demenza, il rischio di ammalarsi potrebbe essere «inciso» nelle nostre ossa, infatti uno studio mostra che una scarsa densità ossea si associa al 50% in più di probabilità di soffrire di demenza negli anni successivi, suggerendo che un esame delle ossa possa essere utile per prevedere chi soffrirà di demenza in futuro. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Neurology. «La bassa densità ossea e la demenza sono due condizioni che comunemente colpiscono gli anziani, soprattutto perché la perdita ossea spesso aumenta a causa dell'inattività fisica e della cattiva alimentazione», ha dichiarato l'autore dello studio Mohammad Arfan Ikram, dell'Erasmus University di Rotterdam. «Tuttavia, poco si sa della perdita ossea che si verifica nel periodo che precede la demenza. Il nostro studio ha scoperto che la perdita ossea si verifica già prima della demenza ed è quindi legata a un rischio più elevato di demenza».
Demenza o l'esame alle ossa: lo studio
Ikram ha coinvolto 3.651 persone con un'età media di 72 anni che non presentavano demenza all'inizio dello studio.
Il legame
«La ricerca ha trovato un legame tra la perdita di massa ossea e la demenza, ma sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio la connessione tra la densità ossea e la perdita di memoria - sottolinea Ikram. È possibile che la perdita ossea si verifichi già nelle prime fasi della demenza, anni prima che si manifestino i sintomi clinici. Se così fosse, la perdita ossea potrebbe essere un indicatore del rischio di demenza e le persone che ne soffrono potrebbero essere sottoposte a uno screening e a una migliore assistenza», conclude.
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