Long Covid, contagiata due volte già a 15 anni: il Bambino Gesù studia gli effetti su Carlotta

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di Antonio Crispino - Un adolescente su cinque dopo essere guarito dal Covid manifesta stanchezza fisica, stato di ansia e chiusura nei confronti del mondo esterno, anche se in maniera non così marcata da determinare la depressione. Sono i dati che iniziano ad emergere dagli studi che l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sta conducendo sui pazienti under 19 che ricorrono alle cure del nosocomio. Il trend sarebbe in aumento secondo quello che ci riferisce Chiara Carducci, la psicologa che insieme a un team di esperti sta conducendo gli studi. Ne sa qualcosa Carlotta, studentessa modella del liceo scientifico Farnesina di Roma. Oggi ha 17 anni ed è da poco guarita dal Covid. Per la seconda volta. La prima, infatti, è stata ad aprile 2020, quando di anni ne aveva 15. E’ stata una delle prime adolescenti ad ammalarsi. «Allora non si sapeva niente, nessuno capiva cosa stesse succedendo né sapeva consigliarti su cosa fare. Di vaccini nemmeno si parlava - racconta in videochiamata dal salotto di casa, affiancata dalla mamma Paola, anche lei positiva al virus -. So solo che quella notte non riuscivo a respirare, stavo veramente male, mi sembrava di soffocare».

Dopo il ricovero d’urgenza al Bambino Gesù e la guarigione in dieci giorni, Carlotta ha iniziato a manifestare tachicardia anche a riposo, difficoltà di concentrazione, stanchezza costante. Che sia una scusa per non dare una mano in casa la mamma lo esclude, così come l’ipotesi che sia una scansafatiche. E il dubbio è scomparso quando il 1 gennaio di quest’anno è diventata ancora una volta positiva nonostante le due dosi di vaccino Pfizer fatte a giugno e luglio scorsi. «Ancora oggi sento un dolore profondo ai polmoni che non so spiegare, una difficoltà a respirare che persiste anche se mi sono negativizzata ma sono meno preoccupata della prima volta» racconta con un bel sorriso mentre ogni tanto butta un occhio alla mamma accanto, quasi per rassicurarla che non è niente di grave. «La Dad certamente non ha aiutato, è ancora più difficile mantenere la concentrazione perché ci sono mille distrazioni però almeno sono in contatto con le mie amiche.

Il bis del contagio dice sia dovuto al fratello 21enne, anche se ha partecipato a una festa di compleanno di una sua amica dove però si accedeva tramite green pass. «A inizio gennaio lui era positivo, probabilmente è stato infettato in palestra perché il giorno dopo hanno individuato un altro caso Covid e sono stati costretti a chiuderla». Carlotta è una paziente della dottoressa Carducci che ne sta studiando l’evoluzione e la sta aiutando a ritornare alla vita di prima e a guardare avanti. «Davanti a me c’è lo studio. Anche se i miei genitori lavorano nel campo del turismo io ho deciso che farò il medico, voglio aiutare gli altri così come ho visto fare con me».