Covid, Antonella Viola: «Impossibile 70% di italiani immuni entro l'estate. Vaccino dose unica? Errore gravissimo»

Covid, Antonella Viola: «Impossibile 70% di italiani immuni entro l'estate. Vaccino dose unico? Errore gravissimo»
Covid, Antonella Viola: «Impossibile 70% di italiani immuni entro l'estate. Vaccino dose unico? Errore gravissimo»
Venerdì 26 Febbraio 2021, 10:47 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 03:06
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L'immunizzazione del 65-70% della popolazione italiana contro Covid-19 «per la fine dell'autunno o l'inizio dell'inverno è possibile, entro l'estate non è realizzabile». Così a Buongiorno, su Sky Tg24, Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova.

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La proposta del premier Mario Draghi di dare intanto a tutti una prima dose di vaccino è azzardata? «Assolutamente sì, è un gravissimo errore, così come è stato un grave errore quello del Regno Unito. Non possiamo giocare a dadi con la salute delle persone, ci dobbiamo basare sui fatti», prosegue Viola. «Abbiamo vaccini con un'efficacia altissima, che mantengono il titolo anticorpale alto a lungo, però devono essere somministrati nel modo giusto. Se abbiamo fretta, rischiamo di non proteggere le persone e facilitare la generazione di varianti» del coronavirus.

«Dobbiamo capire -aggiunge la scienziata - se siamo un Paese che applica una medicina basata sull'evidenza, sui dati, o se siamo un Paese che segue una medicina basata sull'intuito e l'esperienza. L'idea di vaccinare con una sola dose è un'idea intuitiva, ma non è in questo momento supportata da dati scientifici. Non ci sono dati solidi che con questo sistema possiamo davvero proteggere i cittadini non solo dal Sars-CoV2 originario, ma anche dalle sue varianti, e non sappiamo per quanto tempo li proteggiamo. Ci sono seri dubbi - avverte Viola - che dicono che, se noi generiamo un'immunità insufficiente a bloccare la replicazione del virus nella popolazione, possiamo favorire lo sviluppo di varianti».

«Nel Paese la situazione è stata stabile fino all'ultima settimana, quando si è cominciato a vedere un aumento dei contagi. È presto per dire se è una terza ondata» di Covid-19 «o se sono oscillazioni che si manterranno più o meno piatte, che saliranno e scenderanno, ma senza un picco». Ciò nonostante, «visto la situazione che c'è, l'aumento dei contagi e le situazioni critiche in diverse province, non è assolutamente il momento di parlare di aperture. Anzi bisogna, dove necessario, mettere in atto misure restrittive maggiori».

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