Terza dose, domande e risposte: cosa c'è da sapere sul richiamo del vaccino anti Covid

di Mario Landi
Martedì 23 Novembre 2021, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 15:41 | 2 Minuti di Lettura

Vi sono altri tipi di vaccini con richiami periodici?

La risposta è si. Un esempio è quello contro tetano, difterite e pertosse. Di solito si richiede una dose di richiamo ogni 10 anni per preservare l'immunità.

Perché però questa dose non serve per tutti i vaccini?

La risposta è che «per alcuni agenti patogeni, avere risposte immunitarie preesistenti e innescate, ad esempio sotto forma di livelli anticorpali misurabili, è fondamentale per l'efficacia. Quindi, poiché i livelli di anticorpi diminuiscono nel tempo, è necessario un richiamo. Nel caso ad esempio del virus dell'epatite B, è probabile che il completamento della serie di tre richiami fornisca una protezione permanente, quindi i livelli anticorpali misurabili non vengono controllati di routine».

La dose di richiamo per Covid-19 è diversa da altre dosi di richiamo?

La risposta è no. «Per ora - spiega Abraham - lo stesso antigene della proteina spike viene utilizzato per il vaccino e i booster. Tuttavia, c'è la possibilità che nel tempo la proteina cambi forma o muti abbastanza da richiedere un booster con un antigene del ceppo aggiornato. Questo scenario sarebbe più simile a ciò che viene fatto ogni anno con i vaccini contro il virus dell'influenza».

Infine, il quesito che forse sta più a cuore per il futuro: faremo ancora dosi di richiamo?

«Ipotizzerei- è la conclusione dell'esperto - che a causa delle varianti altamente trasmissibili, avremo bisogno di dosi booster periodiche per i prossimi anni. Utilizzare un ceppo vaccinale aggiornato può essere saggio perché è improbabile che vedremo più il ceppo vaccinale originale».

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