Sopravvissuta all'influenza Spagnola (nel 1918) muore di Covid a 105 anni. La figlia: «Senza il virus avrebbe vissuto ancora a lungo»

California, sopravvive alla Spagnola ma muore di Covid a 105 anni. La figlia: senza il virus mia madre avrebbe vissuto ancora
California, sopravvive alla Spagnola ma muore di Covid a 105 anni. La figlia: senza il virus mia madre avrebbe vissuto ancora
Giovedì 30 Settembre 2021, 18:22 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 18:10
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Muore a 105 anni a causa del Covid: da giovane era sopravvissuta all'influenza spagnola. La morte della centenaria, Primetta Giacopini, è avvenuta lo scorso 16 settembre a Richmond, California, per complicanze legate al virus. In un'intervista la figlia ha dichiarato che «senza coronavirus avrebbe vissuto ancora un po' perché era in ottima forma».

Una vita di avventure

Ha vissuto una vita di avventure tra due continenti: Europa e America. Nata negli Stati Uniti da genitori emigrati dall'Italia la giovane la signora Giacopini si innamorò di un pilota di caccia della seconda guerra mondiale. Negli States lavorò in un'acciaeria come impiegata per produrre armamenti e si prese cura di sua figlia disabile. «Non aveva l'abitudine di arrendersi», ha raccontato la figlia, Dorene Giacopini, 61 anni. «Era una combattente.

Ha avuto una vita dura e il suo atteggiamento è sempre stato moto determinato», ha continuato.

La madre non sopravvisse alla spagnola

La madre della signora Giacopini, Pasquina Fei, morì in Connecticut a causa della influenza spagnola nel 1918 a 25 anni. In quella pandemia si registrò il decesso di circa 675mila americani, un bilancio delle vittime superato però questo mese dalla pandemia di coronavirus del 2020-21.

La signora Giacopini aveva quindi soltanto 2 anni quando sua madre morì. Suo padre, un operaio, non volle crescere né lei ne sua sorella Alice. La sorella quindi ritornò in Italiae decise invece di far crescere Primetta a una famiglia affidataria italiana che quindi si trasferì in Italia nel 1929.

Il racconto della figlia

«Non voleva crescere quei bambini da solo. Gli uomini  a quel tempo non lo facevano», ha ricordato Dorene. Primetta per un periodo si mantenne lavorando come sarta. Capelli corvini con occhi scuri e lineamenti affilati, così la descrive la figlia. Durante la seconda guerra mondiale si innamorò di un pilota di caccia italiano, Vittorio Andriani.

«Non lo vidi molto perché era sempre in giro a combattere», ha raccontato la stessa signora Primetta nel 2008 al Golden Gate Wing, un club di aviazione militare a Oakland, in California. L'Italia entrò nella seconda guerra mondiale nel giugno 1940.

La polizia locale avvertì la signora Giacopini di andarsene perché Mussolini aveva ordinato l'espulsione dei cittadini americani dal Paese. Primetta inizialmente rifiutò. Ma alcune settimane dopo, la polizia di stato le disse di andarsene, avvertendola che sarebbe potuta finire in un campo di concentramento.

Il marito morì nel giugno 1941 Andriani in guerra, vicino a Malta e mentre lui era in guerra Primetta si unì a un gruppo per tentare di scappare dall'Italia con un treno diretto in Portogallo. «Ho visto così tanta distruzione che ne ho avuto abbastanza. Dopodomani salgo sulla nave e spero proprio che andrà tutto bene». Così la signora in una lettera ad un'amica durante la fuga in Spagna e Portogallo. A Lisbona la signora Giacopini si imbarcò quindi su un piroscafo diretto negli Stati Uniti.

Così arrivò a Torrington e lì acquistò una berlina Chevrolet per 500 dollari. Negli States la donna ottenne una lavoro in uno stabilimento della General Motors a Bristol, dove lavorò l'acciaio necessario a coprire i cuscinetti a sfera impiegati in alcuni armamenti. Sul posto di lavoro conobbe il suo secondo marito, Umbert “Bert” Giacopini. Decisero di sposarsi e il loro matrimonio durò fino alla morte dell'uomo nel 2002. Primetta negli States diede alla luce Dorene nel 1960 con una difetto alla nascita sul midollo spinale. Per i primi 50 anni della sua vita, Dorene ebbe bisogno di stampelle per camminare e la madre se ne occupò sempre fino a decidere si trasferirsi a San Jofe nel 1975, proprio per la salute della figlia.

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La malattia della centenaria

Quest'anno, durante una visita del medico, il 9 settembre scorso, Dorene si accorse che sua madre stava tossendo. Sapeva che il badante di sua madre si era sentito male. Ma mentre si allontanò, Dorene intuì che sua madre aveva contratto il Covid. «Mi sono assicurato di averle detto 'Ti amo'. Quella è stata l'ultima volta che l'ho visto». Due giorni dopo, il pronto soccorso. I suoi livelli di ossigeno sono calati costantemente nei successivi sei giorni fino a quando le infermiere non hanno dovuto metterle una maschera per l'ossigeno: polmonite. Di fronte alla decisione se metterle Primetta su un ventilatore - "Hanno detto che nessuno sopra gli 80 anni riesce a uscire da un ventilatore - ha raccontato Dorene - ho capito che sarebbe finita. È morta il 16 settembre», ha concluso.

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