Covid, nuovi sintomi: così il virus colpisce (anche) le orecchie. Le tre spie dell'infezione

Covid, tre nuovi sintomi: così il virus colpisce (anche) le orecchie. Tutte le spie dell'infezione
Covid, tre nuovi sintomi: così il virus colpisce (anche) le orecchie. Tutte le spie dell'infezione
Sabato 8 Ottobre 2022, 08:32 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 16:04
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Acufene, perdita e/o abbassamento dell'udito, vertigini. Uno studio del Dipartimento di Otorinolaringoiatria della Harvard Medical School di Boston, Massachusetts, individua tre nuovi sintomi del Covid. Non solo gusto e olfatto, dunque, diventano spia di possibile infezione. Secondo le nuove ricerche le orecchie diventano l'ultimo indizio a cui prestare attenzione. 

Covid, monitoraggio ISS-Min.Salute: balzo in avanti di incidenza e indice Rt

Covid, i nuovi sintomi

Un'infezione nell'orecchio medio è considerata quindi molto più probabile. Lo studio americano conclude: «I nostri risultati suggeriscono che l'infezione dell'orecchio interno può essere alla base di problemi di udito ed equilibrio associati a Covid-19».

Durante il loro lavoro i ricercatori hanno scoperto che sia le cellule ciliate che le cellule di Schwann dell'orecchio interno esprimono le proteine ​​necessarie per l'infezione da Covid, il che le rende potenziali bersagli.

La situazione dei contagi

Non rallenta intanto la corsa del virus SarsCoV2 in Italia. Negli ultimi sette giorni si registra infatti un nuovo balzo dell'indice di trasmissibilità Rt, salito a 1,18 dal valore di 1 della scorsa settimana, e anche l'incidenza segna un netto aumento toccando i 441 casi per 100mila abitanti. Indici in veloce risalita che stanno iniziando a determinare una certa pressione sui reparti ospedalieri, dove aumentano i pazienti Covid, anche se le terapie intensive a livello nazionale si mantengono ben al di sotto della soglia di occupazione considerata di allerta e fissata al 10%. Il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute conferma dunque un trend in ripresa dell'epidemia, con numeri che preoccupano gli esperti. A partire appunto dall'incidenza, che questa settimana supera i 600 casi per 100mila abitanti in 7 Regioni e Province autonome, rispetto alle due di 7 giorni fa: si tratta di Abruzzo (603,8), Friuli Venezia Giulia (710), PA Bolzano (863,8), PA Trento (825,2), Piemonte (654,7), Umbria (680,6), Veneto (728,9).

 

I ricoveri

Gli effetti di tale aumento sono evidenti negli ospedali, dove il tasso di occupazione in terapia intensiva sale all'1,8% rispetto all'1,4% del 29 settembre, mentre quello nei reparti di area medica a livello nazionale sale all'8,2%% rispetto al 6,0% della settimana prima. In 4 Regioni l'occupazione dei reparti supera la soglia di allerta fissata al 15% (PA Bolzano 24,6%, Umbria 21,6%, Friuli Venezia Giulia 16,9% e Valle d'Aosta 16,4%). In questo quadro, salgono a sei le Regioni e Province autonome - rispetto alle 5 della scorsa settimana - classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Veneto. Una Regione, la Toscana, è definita 'non valutabilè, status equiparabile al rischio alto. Le restanti 14 sono a rischio moderato. Anche i dati giornalieri del ministero della Salute indicano un trend analogo: sono 44.672 i nuovi contagiati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 44.853). Le vittime sono 62 (ieri 56) ed il tasso di positività è del 21,7%, in aumento rispetto al 20,1% del giorno precedente. Negli ospedali, invece, sono 198 i ricoverati in terapia intensiva (ieri erano 180), ovvero 18 in più, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.379 (ieri erano 5.188 ), cioè 191 in più.

Invito alla cautela

Invita alla cautela il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: «Dato l'aumento di velocità della circolazione del virus, testimoniato anche dall'incremento di Rt che adesso è sopra 1, è bene mantenere dei comportamenti ispirati alla prudenza e soprattutto ricordiamo le dosi di richiamo del vaccino anti- Covid in particolare per le persone più a rischio, quindi i soggetti fragili e gli over60». Con l'aumento dei contagi si segnala inoltre una nuova ripresa nell'uso delle terapie con anticorpi monoclonali. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sono stati 79.666 i trattamenti con monoclonali avviati da marzo 2021 al 5 ottobre e le prescrizioni per l'utilizzo come terapia vedono un raddoppio nell'ultima settimana. Dal 22 settembre al 5 ottobre, sono state prescritte 4,5 dosi per milione di abitanti del mix tixagevimab-cilgavimab rispetto a 2,4 dosi della settimana precedente, pari a +107,8%. Mentre le prescrizione di sotrovimab sono state 3,5 per milioni di abitanti rispetto a 1,9 della settimana precedente, pari a +81,6%. Cresce inoltre del 64% in 7 giorni anche l'uso di tixagevimab-cilgavimab in profilassi. Sul fronte dei vaccini, invece, un aggiornamento delle indicazioni sui vaccini in gravidanza e in allattamento redatto dall'Iss sottolinea che le vaccinazioni contro il Covid primarie e di richiamo con vaccini a mRNA (terza e quarta dose) sono raccomandate a tutte le donne in gravidanza e che allattano. La raccomandazione al vaccino in gravidanza è presente specialmente in caso di maggior rischio di sviluppare una malattia grave da Covid-19.

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