Dulaglutide: la nuova combinazione ​per controllare il diabete

Dulaglutide: la nuova combinazione per controllare il diabete
Giovedì 9 Settembre 2021, 10:48
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Oggi l'AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato la nuova «combinazione» con il dulaglutide, principio attivo di ultima generazione di Eli Lilly, con gli ipoglicemizzanti orali SGLT-2 inibitori, quando questi non sono più abbastanza efficaci per controllare il diabete.

Dulaglutide è una terapia molto semplice, che prevede una sola iniezione a settimana e mette al sicuro dalla possibilità di ipo e iperglicemie, aiutando anche a ridurre il peso e diminuendo in maniera significativa il pericolo di eventi cardiovascolari anche in chi non ha una malattia cardiovascolare accertata. 

«Il diabete di tipo 2 progredisce con il tempo, così spesso i pazienti sono man mano costretti a modificare lo stile di vita e le terapie per mantenere gli stessi obiettivi di glicemia – osserva il prof. Angelo Avogaro, direttore dell’unità operativa complessa di malattie del metabolismo dell’azienda ospedale università di Padova e presidente eletto della società italiana di diabetologia –. L’approvazione da parte di AIFA dell’associazione di dulaglutide con gli inibitori di SGLT-2 è un grande aiuto in questo senso: quando questi ipoglicemizzanti orali, che aumentano l’escrezione urinaria di glucosio inibendo il co-trasportatore sodio-glucosio, non sono più sufficienti a raggiungere un buon compenso glicemico, l’associazione con l’agonista del recettore del GLP1 consente un miglior controllo della glicemia con un trattamento semplice e ben tollerato. Per la terapia con dulaglutide infatti basta una sola somministrazione sottocute alla settimana: nonostante si tratti di una terapia iniettiva, i pazienti la accettano di buon grado e questo si traduce in una maggiore aderenza alla cura e in risultati migliori. »

I dati dello studio AWARD-10 hanno dimostrato che l’associazione di dulaglutide 0,75 o 1,5 milligrammi con gli inibitori SGLT-2 migliora il controllo metabolico già dopo sei mesi. 

«Questo studio ha incluso oltre 1800 persone con diabete di tipo 2 randomizzate a ricevere dulaglutide 1,5, 3 o 4,5 milligrammi in un’iniezione settimanale: i risultati mostrano che le dosi più alte consentono un controllo glicemico man mano migliore e anche una perdita di peso significativamente crescente – spiega il prof. Enzo Bonora, professore ordinario di endocrinologia dell’università di Verona e direttore della UOC di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona –. La disponibilità di un range più ampio di dosaggi del farmaco significa avere una maggiore flessibilità di impiego e poter venire incontro a esigenze che cambiano anche nel corso della malattia, incrementando per esempio la dose se il controllo glicemico peggiora e il trattamento in corso non soddisfa più i bisogni del paziente. Inoltre, la possibilità di associare l’agonista del recettore GLP-1 a una terapia con inibitore SGLT-2, ma anche viceversa, aumenta la possibilità di una migliore gestione della malattia in un maggior numero di casi». 

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