Medicina, nei diabetici l'ipertensione notturna raddoppia il rischio di morte

Medicina, nei diabetici l'ipertensione notturna raddoppia il rischio di morte
Medicina, nei diabetici l'ipertensione notturna raddoppia il rischio di morte
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 10:10 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 10:44
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Nei pazienti diabetici l'ipertensione raddoppia il rischio di morte per qualsiasi causa dopo 21 anni, indipendentemente dal suo controllo. È quanto emerge da uno studio dell'Università di Pisa. La ricerca è stata selezionata come finalista per il premio 'Hypertension Early Career Award' fra gli abstract presentati al congresso internazionale dell'American heart association 'Hypertension Scientific Sessions 2021'.

E il premio è stato ritirato da Martina Chiriacò, specializzanda in Medicina interna all'Università di Pisa. Lo studio (dal titolo «Valore prognostico della variabilità pressoria e della frequenza cardiaca nelle 24 ore nel diabete: studio longitudinale lungo 21 anni - Studio Champ1on»), coordinato da Domenico Tricò, è stato condotto su pazienti in carico all'Aoup-Azienda ospedaliero-universitaria pisana. È noto che l'ipertensione ha effetti negativi sulla salute cardiovascolare - si legge in una nota - ma c'è ancora molto da scoprire sull'importanza delle variazioni della pressione arteriosa nelle 24 ore. È noto che durante il sonno si riduce e quando il calo supera il 10% rispetto al giorno si parla di 'dipping'.

Tuttavia, in alcune patologie come il diabete e l'ipertensione resistente, la pressione arteriosa non diminuisce adeguatamente durante la notte e questa condizione è chiamata 'non dipping', spiegano gli esperti; in alcuni casi, la pressione arteriosa media è paradossalmente maggiore rispetto ai valori diurni, una condizione denominata 'reverse dipping'. 

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Precedenti studi hanno dimostrato che il reverse dipping è associato a patologie renali e cardiovascolari. Tuttavia, l'effetto a lungo termine del reverse dipping sulla mortalità non è ancora chiaro; in particolare, i dati relativi ai pazienti diabetici sono estremamente scarsi. Lo studio 'Champ1on' ha quindi cercato di indagare questi aspetti per evidenziare il possibile ruolo predittivo delle alterazioni della pressione arteriosa notturna in termini di rischio di mortalità nel diabete. La ricerca ha studiato 349 pazienti con diabete sottoposti a monitoraggio ambulatoriale della pressione delle 24 ore ed è stata analizzata la loro sopravvivenza 21 anni dopo. La maggior parte soffriva di diabete mellito di tipo 2 (81%) e di ipertensione (82%). È stato riscontrato che più della metà dei pazienti (52%) ha mostrato una pressione arteriosa di tipo non-dipping, inoltre, il 20% di loro erano reverse dippers. I reverse dippers erano più frequentemente trattati per ipertensione, mostravano un rimodellamento cardiaco di tipo concentrico - che è un segno di danno cardiaco mediato dall'ipertensione - e soffrivano più spesso di neuropatia autonomica cardiaca (Can). La Can è una complicanza del diabete che causa una compromissione del controllo del sistema cardiovascolare, compresa l'alterata regolazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, ed è riconosciuta come un fattore di rischio indipendente per mortalità ed eventi cardiovascolari nel diabete.

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