Ricerca, ecco il codice a barre del Dna: le tecniche statunitensi per trovare rapidamente i dati memorizzati

Ricerca, ecco il codice a barre del Dna: ecco le tecniche statunitensi per trovare rapidamente i dati memorizzati
Ricerca, ecco il codice a barre del Dna: ecco le tecniche statunitensi per trovare rapidamente i dati memorizzati
Martedì 15 Giugno 2021, 15:40 - Ultimo agg. 16 Giugno, 10:32
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Etichette per ritrovare i file memorizzati nel Dna. I ricercatori della North Carolina State University hanno messo a punto una specifica nomenclatura dei file che permette di aprirli per intero o solo in parte (per ottenere una sorta di 'anteprimà dei dati contenuti) semplicemente modificando alcuni parametri della Pcr, come la temperatura a cui avviene la reazione o la concentrazione del Dna o dei reagenti nel campione analizzato. L'efficienza di questa strategia è stata dimostrata salvando quattro grandi immagini in formato Jpeg nel Dna per poi recuperarne le anteprime o i file interi ad alta risoluzione. «Sebbene abbiamo archiviato solo immagini, questa tecnologia è compatibile anche con altri tipi di file», sottolinea il ricercatore Kevin Volkel.

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Una diversa strategia è stata sviluppata dai ricercatori del Mit, che hanno provato a incapsulare ogni file in una particella di silice grande appena sei millesimi di millimetro ed etichettata con una breve sequenza di Dna, una sorta di codice a barre che rivela il contenuto del file e che può essere riconosciuto da un primer fluorescente o magnetizzato per facilitarne la separazione.

Questa tecnica permette di recuperare i file di interesse usando perfino gli operatori booleani come nei motori di ricerca sul web: cercando presidente AND 18esimo secolo, per esempio, si ottiene come risultato 'George Washington'. La strategia è stata sperimentata per ricercare dati in un archivio di 20 immagini salvate in sequenze di Dna lunghe 3.000 nucleotidi, l'equivalente di circa 100 byte (anche se le capsule possono contenere file fino a un gigabyte). «Al momento - spiega il ricercatore James Banal - abbiamo una velocità di ricerca di 1 kilobyte al secondo», un risultato che risente ancora della piccola quantità di dati che può essere inserita in ciascuna capsula, considerato che scrivere anche solo 100 megabyte sul Dna può avere costi proibitivi. 

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