Epilessia e cambiamenti climatici: la possibile correlazione è l'argomento di un importante lavoro scientifico condotto da un gruppo di ricerca internazionale al quale ha partecipato la neurologia dell'ospedale di Prato, diretta da Pasquale Palumbo, e pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale «Epilepsy & Behavior» che raccoglie le informazioni più aggiornate sugli aspetti di questa patologia neurologica cronica. Patologia che può essere colpita direttamente o indirettamente dai cambiamenti del clima.
Possono emergere, infatti, fattori in grado di indurre o precipitare crisi epilettiche come l'innalzamento della temperatura corporea, lo stress psicofisico o la mancanza di sonno. Secondo lo studio «l'aumento della temperature e dell'umidità media ambientale possono, sia aumentare l'eccitabilità dei neuroni favorendo crisi epilettiche, sia facilitare l'incidenza di infezioni vector-borne (malattie trasmesse da vettori) che sono in grado di scatenare crisi epilettiche.
Le persone con epilessia sono spesso gravate dalla presenza di numerose comorbidità, ad esempio le malattie cardio e cerebrovascolari, che a loro volta possono essere negativamente influenzate dai cambiamenti climatici».
«Il nostro lavoro - commenta Emanuele Bartolini, dirigente medico della Neurologia pratese e co-autore del lavoro - rappresenta il frutto della revisione sistematica dei modi in cui le modifiche climatiche possano alterare l'equilibrio che contraddistingue l' epilessia. Intendiamo diffondere la consapevolezza degli effetti destabilizzanti dei cambiamenti climatici sull' epilessia, sia dal punto di vista dei meccanismi fisiopatologici sottostanti, sia per quel che riguarda l'impatto sull'andamento clinico e sulla qualità della vita del paziente. Il nostro sforzo proseguirà con progetti dedicati a fenomeni più specifici, ad esempio valutando come l'incremento della temperatura o le modifiche dell'umidità ambientale possano influire sulla frequenza ed intensità delle crisi epilettiche, oltre alla necessità di implementare la telemedicina».