Epilessia e social media: lo studio sulle interazioni virtuali che possono prevedere la morte improvvisa

Epilessia e social media: lo studio sulle interazioni virtuali che possono prevedere la morte improvvisa
Epilessia e social media: lo studio sulle interazioni virtuali che possono prevedere la morte improvvisa
Mercoledì 23 Marzo 2022, 17:17 - Ultimo agg. 17:21
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Epilessia e social media, un legame che i ricercatori americani stanno indagando per studiare la prevezione della morte improvvisa, nota come Morte Improvvisa e Inattesa di Soggetti in corso di Epilessia (Sudden Unexpected Death in Epilepsy - SUDEP). I social media potrebbero essere utilizzati per rilevare comportamenti che possono anticipare le Sudep, le morti improvvise e inaspettate nei casi di epilessia. A dirlo è uno studio della Binghamton University pubblicato su Epilepsy & Behavior.

I ricercatori hanno notato che l'attività dei pazienti affetti da epilessia sui social media aumenta prima della loro morte improvvisa. Questi cambiamenti nel comportamento digitale potrebbero essere utilizzati come segnali di allerta precoce.

La Sudep si verifica quando una persona con epilessia muore improvvisamente e non viene trovata alcuna ragione per la sua morte. Sebbene i meccanismi fisiologici alla sua base siano ancora un mistero, è noto che le persone con frequenti crisi epilettiche sono a rischio più elevato.

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La migliore strategia preventiva attualmente è quella di tenere sotto controllo le convulsioni attraverso i farmaci, ma anche ridurre lo stress e tenere sotto controllo i fattori scatenanti sono fondamentali per ridurre il rischio.

Tuttavia, misurare lo stress e altri stati d'animo può essere difficile. Questo lavoro ha analizzato proprio il comportamento su Facebook. «Sappiamo immediatamente quando il nostro migliore amico non sta bene», ha affermato Rion Brattig Correia, co-primo autore del lavoro. Gli studiosi hanno notato che il numero di parole scritte è stato significativamente più alto negli ultimi giorni prima della morte. Inoltre, il tipo di parole usate dai soggetti è cambiato e si sono verificati drastici cambiamenti di sentimento nei loro post.

Per convalidare il potere predittivo di questi segnali comportamentali estratti dai social media, i ricercatori intendono avviare studi clinici che coinvolgano più persone per raccogliere più dati. Se il comportamento digitale dei pazienti si dovesse utile per prevedere i casi di Sudep, l'analisi potrebbe essere estesa a piattaforme oltre a Facebook e prevenire morti non necessarie.

 

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