Gran Bretagna, torna la quarantena. Gli italiani residenti nel Regno Unito: «La pazienza ha un limite»

Gran Bretagna, torna la quarantena. Gli italiani residenti nel Regno Unito: «La pazienza ha un limite»
Gran Bretagna, torna la quarantena. Gli italiani residenti nel Regno Unito: «La pazienza ha un limite»
Domenica 20 Giugno 2021, 10:25 - Ultimo agg. 14:30
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Torna la quarentena, gli italiani di Londra non ci stanno. C'è chi non nasconde l'inquietudine, chi è deluso, addirittura furioso, e non sa se rivedere ancora una volta piani di viaggio o vacanze estive programmate da mesi; ma anche chi la prende con filosofia: convito che gli ultimi dati richiedano cautela e rassegnato alle sorprese di un'infezione infida come il Covid, la cui sconfitta - tra una variante e l'altra - sembra a portata di mano sull'onda degli effetti dei vaccini, ma non ancora acquisita. Il ripristino della quarantena per chi viaggia in Italia dal Regno Unito arriva fra capo e collo a Londra, in una giornata grigia e piovosa, presagio pseudo-autunnale dell'imminente solstizio d'estate, all'orecchio di tanti italiani d'Oltremanica: rappresentanti di una comunità che - Brexit o non Brexit - conta tuttora qualcosa come mezzo milione di persone, se non di più.

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L'ordinanza di Speranza - varata in risposta dell'allerta crescente diffusa dalle medesime autorità britanniche sul rimbalzo di contagi alimentato dalla variante Delta importata dall'India, malgrado i risultati sempre più incoraggianti sull'efficacia dei vaccini almeno contro i rischi di ricovero in ospedale - scatterà da lunedì. Esentando quindi dall'obbligo dell'autoisolamento i tifosi del Galles attesi nel weekend a Roma per la sfida con l'Italia nell'ambito dei campionati europei di calcio a dispetto delle sollecitazioni del loro governo: visto che viaggiare dal Regno per turismo verso tutte le destinazioni del mondo non inserite in una mini lista verde che ad oggi in Europa include solo Islanda e Gibilterra resta per ora non raccomandato. Ma vale - e varrà fino al 30 luglio, salvo modifiche del quadro - per chiunque prevedeva di partire verso il Bel Paese dal 21 giugno. Connazionali compresi. Riccardo, che fa avanti e indietro per business fra Roma e Londra, è uno di loro. E nega di essere stato preso alla sprovvista dall'annuncio. «Se ne parlava da qualche giorno - sospira all'ANSA -, ce l'aspettavamo.

Visti i dati sulla variante ci sta».

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Tra le voci critiche c'è invece Ivana, ricercatrice universitaria che nel periodo estivo contava di tornare a casa dall'isola per uno scorcio di vacanza al sole prenotato da tempo. «È vergognoso - sbotta, ricordando di essere vaccinata - per chi si era organizzato. Né mi sembra di grande utilità». Guido, un suo collega, è d'accordo: «Non vedo nessun motivo scientifico per limitare i viaggi in questo modo, fra l'altro la variante indiana appare ben contrastata dai vaccini». Andrea, romano, consulente aziendale, altro esempio di pendolare fra Italia e Gran Bretagna, la butta in politica. «Possibile che a Roma sappiano leggere i dati solo in maniera restrittiva?», si domanda polemico: «La cosiddetta variante indiana sembra avere un tasso maggiore di contagiosità, ma minore letalità rispetto al ceppo originale. Possibile che un ministro si arroghi il diritto di condizionare la libertà di movimento dei cittadini su presupposti così labili? La pazienza ha un limite», rincara fuori di sé. «Ho fatto la doppia vaccinazione - si lamenta a sua volta Stefano, imprenditore nel settore della ristorazione - adesso mi dicono che devo fare la quarantena, non ha senso, è una decisione di pancia, l'ennesima, non basata su nulla e che ammazza anche il business. Quanti inglesi avevano programmato di andare in Italia in ferie?». «Il problema più grande - prova a razionalizzare Stefania, bolognese trapiantata a Londra che lavora nell'organizzazione di spettacoli - è la mancanza di chiarezza e di congruenza nelle direttive, e nei cambiamenti di esse, da parte di entrambi i Paesi. Occorrerebbe un canale preferenziale per tutti i vaccinati con certificazione, a livello globale. E almeno i test non dovrebbero essere dispendiosi come sono qui». 

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