Ortoressia, quando mangiare sano si trasforma in disturbo

Il desiderio di adottare un regime alimentare sano non rappresenta di per sé un comportamento disturbato, ma diventa tale quando si trasforma in un'insana e maniacale ossessione nel tempo

Ortoressia, quando mangiare sano si trasforma in disturbo
Ortoressia, quando mangiare sano si trasforma in disturbo
di Ferdinando Gagliotti
Martedì 28 Febbraio 2023, 14:00 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 15:07
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Siamo sempre stati abituati a pensare all’alimentazione sana come a un qualcosa di buono e giusto. E in effetti, un regime alimentare corretto è alla base di uno stile di vita corretto. Ma può accadere anche che il concetto di alimentazione sana ci sfugga di mano: è questo il caso dell’ortoressia. Chi soffre di questo disturbo si ritrova “schiavo” della propria dieta, un’ossessione che diventa sempre più complicata da controllare.

«L'ortoressia - spiega Laura Castaldo, psicologa e psicoterapeuta specializzata nel trattamento di dipendenze e disturbi del comportamento alimentare - è una condizione psicopatologica, per effetto della quale il soggetto è ossessionato da un’alimentazione che ritiene pura e salutare. Prende la forma di una vera e propria fissazione per il cibo sano, per cui l’individuo è ossessionato dal mangiare solo certi tipi di alimenti per una serie di convinzioni etiche, ecologiche, religiose o anche esistenziali.

Il desiderio di adottare un regime alimentare sano non rappresenta di per sé un comportamento disturbato, ma diventa tale quando si trasforma in un'insana e maniacale ossessione nel tempo, una sorta di vuota rincorsa verso un ideale. Il risultato è che la relazione che l’individuo ha con il cibo inizia a danneggiare gravemente le dimensioni essenziali della sua vita. L’obiettivo di una dieta sana dovrebbe essere quello di consentire il mantenimento di un buono stato di salute fisica e psichica, ma in questo caso si trasforma solo in una perentoria preoccupazione.

Il cibo diventa il pensiero fisso in ogni momento della giornata, lo scudo contro ogni tipo di ansia e angoscia oltre alla finte primaria di autostima e di considerazione di sé». 

Chi soffre di ortoressia dunque inizia a prestare «una estrema attenzione al pensiero di cosa mangiare e a una rigida pianificazione e preparazione dei pasti, che devono rispettare procedure ritualizzate ritenute corrette e salutari», prosegue la dottoressa Castaldo. «La giornata viene quindi scandita dalla scelta, acquisto, preparazione, cottura e consumo di alimenti puri e non contaminati da altri nutrienti, rituale che va a discapito di tutte le altre attività nella routine del soggetto. Questo porta inevitabilmente l’individuo a evitare contesti conviviali e all'isolamento sociale».

E cosa succede quando le rigide regole del suo regime alimentare vengono infrante? Il paziente finisce per cadere in un profondo senso di colpa e vergogna. «Egli si allontana dagli altri sia a causa dell’intolleranza nei confronti dei regimi alimentari diversi dal proprio, sia per il senso di superiorità morale sperimentato».

«L’ortoressia - continua la psicologa - può condurre a deficienze nutrizionali, complicazioni mediche e a una bassa qualità della vita, che risulta sia nella sfera psicologica che interpersonale. Questo disturbo compromette la salute dell’individuo anche a livello fisico, vista la mancanza di certi elementi nutritivi scartati dalla propria dieta. Inoltre, il volere a tutti i costi la perfezione dal proprio corpo comporta forti livelli di stress, che comporta una compromissione del funzionamento sociale, accademico o professionale. I momenti dei pasti non rappresentano più un'opportunità di serena convivialità».

Scorrendo i post sulle varie piattaforme social è sempre più semplice imbattersi nei cosiddetti “nutritional influencer” - che non è da confondere con la figura del food influencer, ovvero creatori di contenuti rinomati per promuovere i principi di un’alimentazione sana ed equilibrata. Ci si ritrova dunque circondati da personaggi che - seppur partendo da buoni propositi - possono condizionare in modo negativo le nostre abitudini: «La società contemporanea promuove con sempre maggiore insistenza il cibo sano, in generale un'ideologia del benessere. Accade, con grande facilità, che molti non capiscano fino a che punto questo atteggiameto nei confronti dell'alimentazione possa diventare problematico e sfociare in un disturbo». 

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Quindi, è possibile guarire dall’ortoressia? «Ciò che rende complesso il trattamento di questi soggetti - conclude la dottoressa Castaldo - è che coloro i quali conducono un'alimentazione ossessivamente sana possono nascondersi dietro la volontà di voler semplicemente mangiare bene. C'è un momento però nel quale gli individui iniziano a percepire l'egodistonicità dei pensieri ossessivi che gli si autoimpongono, sui quali non riescono più ad avere il controllo. Iniziano a sperimentare la fatica della costrizione, finalizzata al mettere in atto compulsivamente comportamenti legati al proprio ideale di purezza. È a questo punto che il soggetto può arrivare a chiedere aiuto, in quanto sentono di passare alla totale perdita di controllo dei propri stati affettivi. La cura è possibile attraverso un percorso di psicoterapia, che aiuterà il soggetto a uscire da quella prigione in cui lui stesso si è confinato. Attraverso la psicoterapia è possibile ricostruire un rapporto non patologico con il cibo, per tornare a sperimentare una dimensione desiderante della propria vita».

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