Lo stretto legame tra alimentazione e sistema immunitario genera un circolo virtuoso che può portare a un risultato dal valore inestimabile: una qualità di vita nettamente migliore. L’ultimo studio su Cibo e Sistema Immunitario dell’Osservatorio Nestlé, ha evidenziato quanto ne sappiamo su questo legame fondamentale per il nostro benessere e come ci siamo comportati di conseguenza nell’ultimo anno. È la corretta alimentazione, infatti, che contribuisce a forgiare le difese in grado di difenderci e che può anche garantire il buon umore e la serenità, come messo in luce da un precedente studio.
È anche vero che la nostra serenità migliora il nostro sistema immunitario, in una ipotetica equazione fuori da ogni schema.
La classifica degli italiani sui cibi che aiutano a rafforzare le difese mette al quarto posto il miele e la propoli (52%, con un +24% nell’ultimo periodo) soprattutto fra le donne per il 69% e in generale fra persone dai 45 ai 64 anni. Seguono al quinto posto gli spinaci per il ferro (50%) che hanno avuto un incremento di consumo del 19%, nonostante sia ormai da tempo risaputo che gli spinaci non siano la fonte di ferro per eccellenza. Al sesto posto il latte, sia per il calcio che per la vitamina B (47%), settimo posto alla carne per il ferro (44%), mentre all’ottava posizione lo zenzero e altri superfood (39%). Parallelamente negli ultimi due anni sembra diminuita la percentuale di persone che utilizzano gli integratori, benefica quanto utile ‘scorciatoia’ per integrare diete povere di nutrimenti specifici. Tuttavia, fra quanti hanno inserito gli integratori nella propria dieta, è invece aumentata la percentuale di utilizzo, in particolare fra le donne e, in generale, fra la fascia di età da 35 a 54 anni. Mentre i giovani dai 18 ai 24 anni si confermano i meno interessati agli integratori (-44% nell’ultimo anno). Soffermandoci infatti sulla fascia di giovani che va dai 18 ai 24 anni, emerge che sono questi a consumare più carne - per il ferro - con una percentuale di oltre il 51%.
Ecco come il Dottor Giuseppe Fatati, presidente dell’Osservatorio Nestlé, commenta i risultati dello studio: «Una prima osservazione generale è che dobbiamo ricordare sempre che le basi dell’alimentazione mediterranea sono la stagionalità e la variabilità. Una seconda osservazione riguarda gli spinaci: oggi sappiamo che non rappresentano la fonte principale di ferro per l’organismo per la bassa percentuale contenuta (3mg di ferro in 100g di spinaci crudi), in una forma che rende il suo assorbimento limitato. Mentre il dato sul consumo di carne da parte dei giovani va verificato a distanza per capire se è solo legato all’isolamento da pandemia o ad un reale cambiamento comportamentale.» Prosegue Fatati: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo più volte sottolineato l’esistenza di una stretta correlazione fra la qualità della dieta e il sistema immunitario e persino con la salute mentale. Come più volte hanno provato gli studi dell’Osservatorio Nestlé, la dieta Mediterranea è anche in questo caso un modello vincente che, se seguita correttamente - con alimenti come frutta e verdura che migliorano inoltre il microbiota intestinale - è in grado di rafforzarci e persino di contrastare l’ansia e la depressione.»
Il cibo, inseparabile alleato del nostro benessere, ha il potere di renderci più felici, migliorare il nostro umore e allontanarci dallo stress oltre che rafforzarci e potenziare la nostra forma fisica. Ma solo se adeguatamente inserito con consapevolezza in uno stile alimentare vario ed equilibrato. Il compito dell’Osservatorio Nestlé sarà indispensabile nei prossimi mesi per capire lo stato di salute degli italiani e anche il nostro “grado di felicità - due aspetti legati indissolubilmente - per sondare inoltre quanto sappiamo di alimentazione equilibrata e quanto siamo consapevoli dei nostri comportamenti alimentari e stili di vita.