«Innanzitutto non esiste nessuna terapia che scioglie il tumore, è questo è una dato di fatto. Tanto meno si inserisce un ago incandescente che è invece un’antenna. Anche le massaie sanno che il forno a microonde fa riscaldare il cibo producendo calore dall’interno (per agitazione molecolare indotta dal passaggio della corrente elettromagnetica prodotta dall’antenna collegata al generatore) tanto è che i contenitori del cibo stesso non sono “incandescenti”. È un trattamento che si fa in regime di ricovero in day surgery. Assolutamente non vi è alcuna indicazione al trattamento ambulatoriale perché è una procedura che può essere gravata da complicanze molto serie e va eseguita sempre ed esclusivamente in sala operatoria o in sala di radiologia interventistica» spiega ancora Spiezia. E precisa: «Il paziente è sottoposto ad una anestesia locale associata ad una sedazione analgesia con l’intervento dell’anestesista, mentre sembrerebbe che a Chioggia questa tecnica sia totalmente indolore».
Il paziente viene dimesso dopo poche ore e deve eseguire una ecografia con contrasto anche subito dopo la procedura, o una tac o una risonanza con mezzo di contrasto per valutare l’efficacia del trattamento e la necessità di un eventuale ritocco spiega il chirurgo.
Er iprende: «Inoltre vale la pena di ricordare che la termoablazione è una tecnica che si usa per il trattamento di numerose neoplasie maligne utilizzando sia il laser che la radiofrequenza, l’HIFU o le microonde, e che, a differenza delle prime tre, le microonde non hanno avuto alcuna validazione scientifica e indicazione per il trattamento dei noduli tiroidei, e men che mai per i tumori della tiroide come affermato nell’articolo sul quotidiano, i noduli tiroidei e le metastasi linfonodi invece rispondono molto bene ai trattamenti con Radiofrequenza e Laser come riportato anche nei nostri lavori scientifici e nella Consensus Italiana e Internazionale. Fondamentale è anche l'esperienza di chi interviene, per ridurre il pericolo di danneggiare tessuti e organi vicini: in Italia i Centri dove viene praticata l'oncologia interventistica sono ormai moltissimi, ma è essenziale rivolgersi a strutture che abbiano una casistica numerosa e in cui siano disponibili tutte le metodiche, per poter scegliere l'opzione terapeutica più adatta a ciascuno».
Infine Spiezia conclude: «Questa branca della medicina, essendo ad altissima componente tecnologica, richiede investimenti consistenti per aggiornare gli strumenti: ha senso perciò concentrare gli sforzi solo su alcuni centri di riferimento” questo è quanto è stato affermato nel Congresso di Cernobbio del professor Solbiati nel 2013. Pertanto, stiamo valutando la opportunità di un esposto sull’accaduto all’Ordine dei Medici e al Ministero della Salute, perché questi articoli, che non hanno nulla di scientifico, rischiano di destabilizzare il rapporto fiduciario medico-paziente quando poi si scopre l’infondatezza della notizia, ma soprattutto rischiano di recare danno alla professionalità dei ricercatori che, con sacrificio e pubblicando migliaia di dati su riviste qualificate, fanno in modo che le tecniche proposte diventino sempre più efficaci e proponibili su larga scala e solo dopo approfonditi studi clinici e trials randomizzati e controllati».
Anche dall'ospedale Monaldi di Napoli arrivano cotestazioni alla notizia giunta da Chioggia. Il professor Ragone dichiara: «Uso questa tecnica da circa quindici anni»
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