Anche le terapie sono diventate "smart". Per forza di cose, durante la prima ondata di Covid soprattutto, il 91% dei centri di sclerosi multipla in Italia ha dichiarato di aver subito un impatto organizzativo tra moderato e grave, con l'88% dei centri che ha dovuto annullare o rinviare visite di controllo. Il 75% dei pazienti ha avuto, inoltre, difficoltà di accesso ai servizi riabilitativi e il 45% ai servizi ambulatoriali. In questo contesto, pazienti, personale medico e referenti sociosanitari hanno dovuto ricorrere, spesso in modo non programmato o strutturale, a nuovi canali di comunicazione e interazione virtuale per garantire la continuità delle cure e dell'assistenza. È quanto emerge dal white paper «Sclerosi multipla e tecnologie digitali: una proposta di patient journey digitally enhanced», realizzato da The European House-Ambrosetti per Sanofi e presentato nel corso dell'evento «L'innovazione in neurologia: l'evoluzione del patient journey con la trasformazione digitale - Il caso della sclerosi multipla» trasmesso sul sito dell'Ansa.
Secondo lo studio, infatti, la quasi totalità dei Centri di sclerosi multipla italiani (il 94%) è riuscito, durante la prima ondata di Covid-19, a seguire a distanza i pazienti che non richiedessero una gestione di persona. Il 43% dei pazienti ha confermato, peraltro, di aver ricevuto almeno parte delle cure assistenziali tramite servizi di consulti telefonici e visite online. Allo stesso modo. il 95% dei medici di medicina generale e il 70% dei medici specialisti si sono detti favorevoli all'implementazione di soluzioni di telemedicina.