Tumori al cervello, scoperto farmaco alternativo per chi non risponde alle cure

Tumori al cervello, scoperto farmaco alternativo per chi non risponde alle cure
Venerdì 9 Agosto 2019, 21:39 - Ultimo agg. 21:43
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Svolta nella ricerca contro i tumori cerebrali: è stata scoperta una valida alternativa per chi non risponde alle cure nel trattamento dei tumori cerebrali. Un team multidisciplinare di clinici dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena ha pubblicato di recente sulla rivista Journal of Neuro-Oncology, i risultati di uno studio di fase II che mostrano i benefici di un chemioterapico, per lo più utilizzato nella cura dei tumori cerebrali pediatrici, in pazienti adulti con glioma maligno recidivo dopo trattamenti chemioterapici standard. Lo studio - come riferisce una nota - ha dimostrato che la somministrazione settimanale del chemioterapico, il carboplatino, ha determinato un controllo della malattia su oltre il 30% dei pazienti e una durata della risposta alla terapia di oltre 7 mesi.

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I pazienti che hanno tratto beneficio dal trattamento hanno mostrato non solo un ritardo alla progressione di malattia ma anche un tempo più lungo di sopravvivenza rispetto ai pazienti che non hanno risposto al farmaco. I gliomi sono tumori che originano dal sistema nervoso centrale e hanno in Italia una incidenza di 5-6 casi per 100.000 persone adulte per anno (dati Aiom 2018). Si tratta di neoplasie eterogenee e aggressive, per le quali esistono pochi spazi terapeutici per cui ogni piccolo passo della ricerca clinica che ne migliori la prognosi è da considerarsi un risultato incoraggiante. «Persone colpite da una recidiva di glioma - ha spiegato Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena e primo autore dello studio - dispongono di limitatissime opzioni terapeutiche. Possiamo quindi ritenere molto soddisfacenti i risultati dello studio da noi condotto, che dimostrano i benefici clinici e la tollerabilità di una terapia a base di carboplatino in pazienti che hanno terminato il vantaggio e sono resistenti ai dai chemioterapici di prima e seconda linea per questa patologia: temozolomide e nitrosouree». 

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