Covid, il vaccino italiano è vicino: «Prime dosi a novembre se i test vanno bene»

Covid, il vaccino italiano è vicino: «Prime dosi a novembre se i test vanno bene»
Covid, il vaccino italiano è vicino: «Prime dosi a novembre se i test vanno bene»
Mercoledì 16 Settembre 2020, 19:55 - Ultimo agg. 19:56
2 Minuti di Lettura

Se i test vanno bene, le prime dosi del vaccino in Italia potrebbero arrivare già alla fine di quest'anno, addirittura entro la fine di novembre: è la svolta ottimistica rivelata all'agenzia ANSA da Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, che ha collaborato con lo Jenner Institute della Oxord Universiìty alla messa a punto del prototipo di vaccino. «I primi 2-3 milioni di dosi del vaccino dovrebbero arrivare all'Italia entro la fine di novembre se la sperimentazione in corso procederà positivamente, dopo la sospensione temporanea a causa di una reazione sospetta su un volontario poi dimostratasi non legata al candidato vaccino».

Leggi anche > Coronavirus, oltre 40mila positivi in Italia. Oggi 12 morti e 1.452 casi in più

 

 

Se non si verificheranno criticità e la sperimentazione proseguirà come previsto, dunque, «sarà rispettata - ha aggiunto - la tempistica già annunciata dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza». La sperimentazione del vaccino è ripresa dopo la temporanea sospensione dovuta ad una reazione avversa su uno dei 50mila volontari che stanno prendendo parte ai test. Il volontario era stato colpito da un'infiammazione spinale, la mielite acuta trasversa, che consiste in un'infiammazione in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale.



Leggi anche > Vaccino anti Covid, Borrelli ottimista: «Sono convinto che ci sarà già in primavera»

Il comitato di esperti indipendenti che ha esaminato la questione ha però stabilito in pochi giorni che tale reazione non era collegata all'inoculazione del candidato vaccino. Questa sperimentazione, spiega di Lorenzo, «è infatti condotta in doppio cieco: ciò vuol dire che nè i medici nè i pazienti sanno a quali dei volontari è somministrato il candidato vaccino ed a quali solo placebo. Dunque - conclude - la reazione sospetta potrebbe anche essersi verificata su un volontario che aveva assunto il placebo e non il farmaco». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA