Il Segreto di Cartapesta di Pasquale Manzo al My Seacret: il dialogo tra arte e cucina

Il Segreto di Cartapesta di Pasquale Manzo al My Seacret: il dialogo tra arte e cucina
di Valentina Bonavolontà
Lunedì 27 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:18
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C’è del nuovo in città e porta il nome di My Seacret. Un progetto ambizioso, un’avventura nella Napoli che cambia senza perdere le proprie radici. È arte e cultura gastronomica.  A pochissimi passi dal lungomare, ma lontano dalla via vai dei turisti. Lungo la storica via Chiatamone a Napoli, nel punto esatto in cui la strada apre uno squarcio panoramico verso il mare e l’isola di Capri. Un nuovo ristorante che sa interpretare l’essenza contemporanea della città, reso speciale da un forte legame con il mondo dell’arte. My Seacret è infatti parte di un più ampio progetto che combina la ristorazione fine dining con il linguaggio dell’arte, con l’esposizione continua e permanente di quadri, fotografie e sculture di artisti napoletani.

«Crediamo molto nel progetto, perchè è altamente innovativo» - dice Antonella camera, uno dei soci di GMGroup - «Vuole creare un legame forte tra arte e cucina.

Chi viene qui farà una doppia esperienza e potrà cenare in una galleria. Vogliamo inoltre dare uno spazio a giovani artisti che non hanno modo di esporre le loro opere». 

Questo mese il ristorante ospita il progetto “Il Segreto di Cartapesta” di Pasquale Manzo in esposizione per Le Voci Di Dentro.

«Ho creato un percorso su tre livelli, il primo è dedicato al fuoco, che rappresenta distruzione ma anche fertilità». - racconta l'artista e curatore della mostra Pasquale Manzo - «Poi c'è l'aria, con tutte le figure oniriche, leggere, che ascendono al cielo. E l'ultimo livello è dedicato al sacro, inteso come sacrificio, il cui protagonista è San Gennaro». 

Protagoniste sono le sculture e i quadri in cartapesta, dall’allure onirica e impalpabile, che rappresentano le maschere e i simboli iconici di Napoli: tra le opere più apprezzate di Pasquale Manzo c’è il San Gennaro, realizzato in cartapesta e foglia d’argento, una figura esile e oblunga che guarda verso l’alto, caratterizzata da un taglio nel corpo centrale che lo scultore utilizza per rappresentare le viscere della città e del martirio del Santo patrono. Dalle forme tondeggianti e leggere è invece il Pulcinella che Manzo raffigura con un corpo a forma di uovo, simbolo di fortuna e fecondità secondo la tradizione campana, e lunghe braccia che sembrano protendere verso l’alto nel tentativo della maschera di elevarsi verso il cielo.

«Io lo chiamo il Pulcinovo, e nasce dall'antica leggenda napoletana che vuole il Pulcinella nato da un uovo». - spiega l'artista - «Il Pulcinovo è diverso da quello della nostra tradizione, non ha quel lato grottesco, non è quella figura atta a soddisfare i suoi bisogni materiali. È leggero, ma allo stesso tempo non ha mai tutti e due i piedi a terra, il che simboleggia la precarietà della vita, l'incertezza». 

Tra le opere il Pinocchio lavorato con cartapesta e calce e rifinito con smalti e foglie d’oro, con cui l’artista vuole rappresentare l’italianità e il mondo dei Balocchi a lui tanto caro. Chiudono l’esposizione le grafiche raffiguranti il Vesuvio, vere e proprie esplosioni di colore realizzate su carta Fowa Richard 100% cotone di colore bianco naturale e in edizione limitata, numerati e firmati dall’artista e racchiusi nelle eleganti cornici GM Group. 

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Il progetto nasce da un’intuizione di GM Group, azienda napoletana leader nella produzione di cornici artigianali di alta qualità, 100% italiane, proprietaria da qualche anno anche del brand  Le Voci di dentro, galleria e piattaforma online dedicata al design e alla produzione artistica contemporanea. My Seacret è un piccolo ristorante di cucina gastronomica con soli 22 coperti distribuiti su due livelli e cucina a vista. Un ambiente che accoglie con eleganza e che ha la capacità di cambiare ogni volta e sorprendere con un nuovo allestimento. Periodicamente infatti le pareti e i tavoli di My Seacret accolgono le opere di un artista de Le Voci di dentro. Il ristorante diventa galleria d’arte, occasione di conoscenza e d’incontro con la vivace produzione artistica contemporanea campana.

La proposta di cucina è affidata al giovane chef Antonio Passariello. Classe ’87 e una specializzazione in cucina macrobiotica, è a capo di una brigata under 35. La sua cucina contemporanea si nutre di memoria, contaminazioni e incontri con altre culture e tradizioni. C’è la Napoli del polpo del borgo di Santa Lucia e della triglia di scoglio, e ci sono la salsa Ajvar, il tataki di bufalo, i limoni di Amalfi e la riduzione di miso. Il mare è protagonista (quasi) assoluto, ma non mancano pochi, calibrati piatti di carne di alta qualità che non stonano, anzi, rafforzano l’ispirazione complessiva della cucina. L’estetica del piatto è attentamente studiata, sollecita i sensi, gioca con i colori e le superfici, predispone in modo accattivante all’esperienza di degustazione.

«Ad ogni mostra - spiega Passariello, chef executive di My Seacret - c'è un confronto con l'artista per cercare di creare un percorso che possa essere coerente e creare un legame tra arte e cucina». 

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