Il radiotelescopio di Arecibo collassa: fu immortalato in molti film, da X-Files a 007

Il radiotelescopio di Arecibo collassa: fu immortalato in molti film, da X-Files a 007
Il radiotelescopio di Arecibo collassa: fu immortalato in molti film, da X-Files a 007
di Enzo Vitale
Venerdì 4 Dicembre 2020, 16:49 - Ultimo agg. 19:26
4 Minuti di Lettura

Contact, Species, X-Files ma anche James Bond. Sono alcuni dei film in cui tra i protagonisti c'era pure lui: Arecibo, unoi tra i più grandi radiotelescopi esistenti sul pianeta. Ma ora sulla sua "padella" gigante (aveva un diametro di oltre trecento metri) è calato il sipario: il cuore del ricevitore sospeso attraverso dei cavi delle tre torri giganti è collassato mandando fuori uso per sempre il ricevitore per anni fiore all'occhiello della radioastronomia.

(Il momento del crollo)

GLI ULTIMI QUATTRO ANNI

Ma il tracollo arriva dopo una serie di dèfaillance naturali ma anche strutturali anche se, va detto, che già dal 2016 il suo destino appariva segnato, vista l'intenzione del governo statunitense di metterlo in quiescenza per mancanza di fondi.

Per mantenerlo in vita, infatti,  ogni anno si dovevano sborsare circa 12 milioni di dollari.

La parabola discendente comincia nello scorso gennaio quando su Porto Rico, nazione che ospita la struttura, si abbatte un terremoto di magnitudo 5,8 gradi che provoca una serie di danni alla struttura. Poi a metà agosto un'altra botta con la rottura di uno dei cavi ausiliari che sosteneva il cosidetto sub-riflettore. Altra puntata nera a novembre con il cedimento di uno dei tre cavi principali e ora, pochi giorni fa, il primo dicembre, il collasso del ricevitore sul gigantesco piatto del radiotelescopio che ha decretato la morte prematura dell'impianto scientifico realizzato negli anni '60.

Fino al 2016 era stato il re dei radiotelescopi, ma il suo regno era stato oscurato dall'entrata in servizio di un altro gigante, il Five hundred meter Aperture Spherical Telescopeast (Fast), un mostro di 500 metri di diametro posizionato nella concavità di un bacino naturale nella contea di Pingtang, nella provincia del Guizhou in Cina.

(Il radiotelescopio di Arecibo dopo il crollo del sub-riflettore)

UN PO' DI STORIA

«Impossibile dimenticare l’emozione che si provava ad affacciarsi, dalla terrazza del visitor center, sul sottostante “catino” di 305 metri di diametro -ricorda Fabio Pagan, decano dei giornalisti scientifici dell'Unione italiana giornalisti scientifici (Ugis)-. Questi era ricoperto da 40 mila pannelli di alluminio fissati a incastro sopra uno scheletro metallico. Ma a fare soprattutto impressione -continua- era la piattaforma strumentale di 900 tonnellate sospesa in aria di fronte a noi, a 150 metri di altezza, ancorata con 18 cavi d’acciaio ai tre piloni alti 100 metri piazzati attorno all’Osservatorio. Era questa piattaforma aerea a raccogliere le radioonde provenienti dal cosmo e riflesse dall’antenna sottostante. Il radiotelescopio (assieme al Lidar annesso) è stato impiegato per ricerche atmosferiche e planetarie, per l’individuazione di potenziali asteroidi-killer e nell’ambito del progetto SETI per l’invio di messaggi radio a eventuali civiltà galattiche».

(Il decano dei giornalisti scientifici Ugis Fabio Pagan)

LE RICERCHE

Nel 1967 accertò che il periodo di rotazione di Mercurio è di 59 giorni e non degli 88 giorni che impiega per una rivoluzione attorno al Sole. «Nel 1974 -è ancora Pagan a parlare- Joseph Taylor e Russell Hulse della Princeton University scoprirono una coppia di pulsar che ruotano l’una attorno all’altra perdendo energia sotto forma di onde gravitazionali: una scoperta che valse loro nel 1993 il Nobel per la Fisica. Il 16 novembre di quello stesso 1974, Frank Drake (il grande vecchio del SETI, che fu direttore del radiotelescopio dal 1966 al 1968) inviò da Arecibo verso l’ammasso stellare M13, distante 25 mila anni luce, un messaggio radio di 1679 caratteri in codice binario che dovrebbe suggerire agli alieni di lassù la nostra forma fisica, la struttura del DNA e la posizione del nostro pianeta. Nel 1992 l’astronomo polacco Aleksander Wolszczan individuò attorno a una stella pulsar la presenza di due pianeti: una scoperta forse immeritatamente trascurata quando, l’anno scorso, Mayor e Queloz hanno ricevuto il premio Nobel per la scoperta nel 1995 del primo esopianeta attorno a una stella simile al Sole (51 Pegasi)».

(Uno dei cavi delle torri del radiotelescopio, credit Science)

I FILM

Il radiotelescopio fu immortalato in varie pellicole cinematografiche be serie tv. Vanno ricordati GoldenEye (1995), Contact (1997), Specie mortale (1995), Encuentros (2003) senza dimenticare l'episodio di X-Files

(Il film Contact, la sequenza con Jodie Foster)

© RIPRODUZIONE RISERVATA