Covid, contagi in mille scuole (e l'11% sono insegnanti). Così riparte la didattica online

Covid, contagi in mille scuole (e l'11% sono insegnanti). Così riparte la didattica online
Covid, contagi in mille scuole (e l'11% sono insegnanti). Così riparte la didattica online
di Lorena Loiacono
Sabato 3 Ottobre 2020, 07:13 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 09:02
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Sono oltre 1200 i positivi nelle scuole dopo la prima campanella e oltre 130 gli istituti che hanno già chiuso: i numeri dei contagi crescono di giorno in giorno, come le classi che sono costrette a rinunciare alle lezioni in presenza per tornare alla didattica online. La scuola, riaperta ufficialmente il 14 settembre, ha inevitabilmente riavvicinato milioni di studenti e docenti. Dopo dieci giorni sono tornati in classe anche tutti quei ragazzi che frequentano gli istituti che hanno deciso di posticipare l'apertura proprio per garantire un avvio in sicurezza anti Covid. Ma, osservando i dati relativi a queste prime settimane di scuola, si alza l'allerta. Dall'inizio delle lezioni, infatti, le scuole interessate da uno o più casi di positività sono circa mille.

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Dal 14 settembre sono stati registrati 524 nuovi casi all'interno degli istituti, dal 24 in poi i casi sono stati 666. A rivelarlo è un contatore quotidianamente aggiornato messo a punto da due giovanissimi statistici, Vittorio Nicoletta e Lorenzo Ruffino, il primo un ricercatore, il secondo studente universitario: hanno elaborato un sistema di monitoraggio con cui raccolgono tutte le informazioni che arrivano dal mondo della scuola. «Probabilmente - spiega Ruffino - si tratta quindi di dati sottovalutati. Non tutti i casi infatti vengono segnalati, abbiamo non poche difficoltà a raccogliere le informazioni dalle Regioni e dalle Asl. Ognuna va da sé. Non ci sono contatori ufficiali ci sono solo azioni di privati, e non solo in Italia: la stessa cosa succede anche all'estero. Ma si tratta di un lavoro che, nonostante non possa arrivare a tutti i casi di positività, aiuta a dare l'idea dell'andamento dei contagi: siamo sulle 70 scuole coinvolte ogni giorno».

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I REPORT
Anche il ministero dell'istruzione sta raccogliendo i dati, da lunedì scorso, attraverso i report inviati dai dirigenti scolastici sui casi di positivi tra i banchi: saranno pronti la prossima settimana visto che ci sono scuole che non hanno ancora dato risposte. Secondo il contatore dei due universitari, nel 77% dei casi si tratta di studenti, la positività tra i docenti interessa l'11% dei casi. E sono almeno 131 le scuole che, per sicurezza, hanno deciso di chiudere. Secondo gli esperti il vero effetto della riapertura delle scuole sui contagi si vedrà a metà ottobre, quando i casi potrebbero essere quindi molti di più. Al momento infatti è anche difficile capire se la presenza di più studenti positivi in una scuola sia frutto di un focolaio o se, invece, si tratta di casi singoli che sono venuti a contatto con il virus in situazioni separate. Per ora i focolai accertati sono 87.

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I DATI E LE REGOLE
Individuare situazioni simili è fondamentale per capire se le misure anti-Covid adottate tra i banchi stiano funzionando o se, invece, occorre intervenire per adeguarle alla nuova situazione. Basti ricordare che la possibilità di togliere la mascherina al banco, con il distanziamento, è stata stabilita solo a fine agosto proprio in base alla curva dei contagi. Quindi le misure vanno studiate in base all'emergenza. L'Istituto superiore di sanità assicura che nella settimana scolastica dal 21 al 27 settembre sono stati segnalati 14 focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico: «Sono stati riportati i primi focolai dove la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito intra scolastico - spiegano gli esperti - rimane essenziale mantenere l'attenzione sulle misure introdotte per prevenire trasmissione intra scolastica». Vale a dire l'uso della mascherina, la rilevazione della temperatura giornaliera e la corretta gestione di casi sospetti sintomatici. La scuola infatti, come era prevedibile, potrebbe rivelarsi uno dei luoghi più a rischio per la trasmissione del virus. E la didattica non ne sta affatto giovando: una classe in quarantena (e ce ne sono già a centinaia) rappresenta un problema per l'intera scuola perché tutti i docenti della classe devono restare in isolamento e non possono essere presenti a far lezione nelle altre classi. A quel punto devono essere sostituiti con i supplenti, andando quindi a gravare sulle nomine già faticosamente complicate che hanno fatto partire le lezioni a singhiozzo in tutta Italia.
TUTTI A CASA
Per evitare problemi, quindi, si va online: aumentano infatti le scuole superiori che decidono di spostare le lezioni a distanza come previsto dalle linee guida. Ma allora desta perplessità la scelta di procedere con le elezioni degli organi collegiali e dei rappresentanti di istituto tramite le votazioni in presenza, tra ottobre e novembre. I presidi si dicono preoccupati: «Riceviamo molte telefonate di colleghi in difficoltà» segnala l'associazione dei dirigenti scolastici.
 

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