Coronavirus, guida per mamme e maestre: l'incubo della didattica online e le prof diventano youtuber

Coronavirus, guida per mamme e maestre: l'incubo della didattica online e le prof diventano youtuber
di Veronica Cursi
Martedì 10 Marzo 2020, 13:22 - Ultimo agg. 11 Marzo, 12:18
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Facile dire la scuola andrà avanti, le lezioni si svolgeranno regolarmente a distanza. Ma ci avete provato voi (quelli che non devono lavorare) a seguire i vostri figli una mattina alle prese con l'home schooling? C'è la didattica online, la video lezione, le app, i fogli da scannerizzare e caricare sul web. Come minimo serve una laurea in informatica. Sempre se il computer non si inceppa, il video non si apre, la maestra non riesce a caricare il materiale sulla piattaforma. Mentre il bambino piange disperato: «Non riesco a fare i compiti!». E ora che per l'emergenza coronavirus il governo ha deciso di prorogare la chiusura delle scuola in Italia fino al 3 aprile la situazione non è più temporanea. E va affrontata.

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Sia chiaro: ben venga lo strumento predisposto dal molti istituti per garantire agli studenti di non fermarsi con la didattica. Ma il compito che viene chiesto a genitori e maestre è davvero oneroso.
Lasciamo stare gli studenti di medie e licei, collegati virtualmente con la classe, sicuramente più bravi di noi a confrontarsi con l'universo mondo di internet. Ma per i bimbi delle elementari è davvero frustrante. Come fanno, se mamma e papà sono fuori casa, a svolgere da soli a 7,8,9 anni tutto quello che viene richiesto dalle scuole: quiz, slide, temi da scannerizzare, video da scaricare, fogli da stampare. Le mamme sono sull'orlo di una crisi di nervi: «Ma anche a voi non è arrivata l'email della maestra? Scusate io non riesco ad aprire quel sito? E il video? Aiuto, non sento niente!». E chi sta in ufficio viene tempestato da chiamate: «Mamma, non capisco quello che devo fare!», «chi mi aiuta?».

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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E non pensate che per le maestre sia più facile. Per i docenti è la prima volta alle prese con questi nuovi strumenti. «Ci vengono richieste competenze che non abbiamo - si sfoga la maestra di una scuola elementare a Labaro -  E' molto difficile rapportarsi con i bimbi senza poterli vedere. Ci hanno chiesto di fare videomessaggi per supportarli. Ma non sempre tutto fila liscio. Sul registro elettronico, ad esempio, dove c'è una classe virtuale carichiamo tutte le attività. Ma visto che tante scuole contemporaneamente caricano su quelle piattaforme, spesso il sistema va in tilt e noi non riusciamo a inviare i compiti giornalieri. E allora? Ci inventiamo altre vie: c'è la maestra che ha aperto un canale Youtube, chi manda email, chi fa video su Whatsapp o invideoconferenza. Oltretutto questo presuppone che tutti abbiano un computer, una videocamera. Se non hai determinate competenze te le devi creare».

E allora cosa fare? Non fatevi prendere dal panico e comunicate sempre con la vostra insegnante. Se dovete lavorare e il bimbo non riesce a studiare da solo, i compiti verranno fatti nel pomeriggio. Pazienza. Basta che non sia una scusa per non fare nulla. Perché su questo le maestre sono categoriche: «Il programma deve andare avanti, bisogna svolgere tutte le attività richieste». E voi, cari genitori, mettetevi l'anima in pace: rispolverate le nozioni sepolte e preparatevi a un doppio lavoro da maestra nel salotto di casa.



 

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