Coronavirus, scuola, corsi pomeridiani a settembre per recuperare il ritardo

Coronavirus, scuola, corsi pomeridiani a settembre per recuperare il ritardo
di Lorena Loiacono
Giovedì 26 Marzo 2020, 06:46 - Ultimo agg. 12:14
4 Minuti di Lettura

La scuola al tempo del coronavirus, ovvero corsi di recupero pomeridiani e la didattica online che potrebbe far studiare i ragazzi anche nel periodo estivo: così ci si sta  organizzando per riprendere tutte quelle lezioni che, inevitabilmente, andranno perdute.

Coronavirus, la ministra Azzolina: «Le scuole riapriranno solo con la massima sicurezza»
Coronavirus, scuole chiuse fino a maggio? Ecco quando potrebbero riaprire

L’emergenza da coronavirus che ha investito l’Italia e, di conseguenza, anche la scuola non si ferma: è ormai chiaro che gli studenti non torneranno in classe lunedì 6 aprile e, forse, lo potranno fare solo un mese dopo, agli inizi di maggio. Ma tutto dipenderà da come evolverà l’epidemia da Covid-19. Nel frattempo, in attesa di veder scemare il numero dei contagi, gli istituti scolastici si stanno adoperando per colmare quel vuoto che si sta venendo a creare. Il percorso in presenza sarà attivato, se la scuola riaprirà a maggio, con i corsi di recupero pomeridiani dei docenti delle singole classi che potranno riprendere così le fila del discorso. Il recupero, proprio come accadeva fino allo scorso anno per i debiti formativi, riprenderà anche a settembre. 

IL RECUPERO
Una full immersion per recuperare il contatto perduto. Intanto si procede sulla strada della didattica a distanza che, avviata per la prima volta, sta coinvolgendo gli studenti e, soprattutto, i docenti che si stanno mettendo alla prova con l’uso delle tecnologie. Il sistema delle lezioni online potrebbe quindi andare a regime ed essere sfruttato anche nel periodo estivo con i docenti disponibili e comunque con i ragazzi che, per ripassare o approfondire le materie più lacunose, potranno sempre sfruttare il materiale online già disponibile.

«E’ importante – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio – che anche durante l’estate ci sia la didattica a distanza. Tra giugno, luglio e agosto, infatti, i ragazzi potranno mantenere il rapporto con la scuola. I docenti, che vorranno collaborare, potranno dare l’input ai ragazzi che poi, con i materiali selezionati a disposizione, andranno avanti con lo studio. Potremmo utilizzare anche il sito dell’Indire: possiamo inserire lì gli argomenti, divisi per classe e ordine di studio. Dobbiamo creare una sorta di biblioteca del sapere, per i nostri studenti, affinché non vadano a cercare su internet senza una guida, rischiando di incappare in bufale e fakenews. Gli studenti non devono subire il contraccolpo di una situazione mai avvenuta prima dal dopoguerra a oggi».

Il ministero dell’istruzione, nelle ultime settimane per fare fronte all’emergenza, ha investito 85 milioni di euro per il potenziamento della didattica a distanza e 8,2 milioni per sostenere il lavoro dei docenti “animatori digitali”, che promuovono le attività online nelle singole scuole. 

Il progetto, quindi, è destinato a durare nel tempo e sarà disponibile per questo anche dopo la fine della scuola. «Nell’arco di pochi giorni - ha spiegato ieri la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, durante il question time - si sono resi necessari provvedimenti che hanno richiesto ai dirigenti scolastici l’attivazione delle modalità di didattica a distanza, per tutta la durata della sospensione delle attività nelle scuole, quale interazione tra docenti e studenti. E’ il momento connettivo che conserva e fortifica la trama dei rapporti e consente, inoltre, di condividere la sfida nuova e difficile che la scuola ha di fronte».

Un progetto che, con tante difficoltà, in base ai dati del Miur dove attivato ha raggiunto la quasi totalità degli studenti: «Le istituzioni scolastiche – ha continuato Azzolina - che hanno attivato sistemi di didattica a distanza sono riuscite a coinvolgere circa il 94% degli studenti utilizzando molteplici strumenti e l’89% delle scuole ha predisposto specifici materiali per gli alunni con disabilità. I dati del monitoraggio confermano una grande solidarietà della comunità scolastica, testimoniata dal 41% delle istituzioni interpellate che hanno attivato forme di collaborazione. In ogni caso riapriremo solo nella massima sicurezza». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA